L’hotel è fuori norma ma i profughi restano
Nessuna sistemazione alternativa per 30 migranti. Nonostante l’ordinanza l’albergo City resta aperto
REGGIO EMILIA. Da una parte il Comune di Regio Emilia ha ordinato la chiusura dell’hotel City perché non in regola con alcuni requisiti del sistema antincendio. Dall’altra la prefettura di Reggio, che proprio lì ha fatto soggiornare in questi mesi oltre 60 migranti provenienti dall’Africa, molti dei quali ancora in città. In teoria, dopo l’ordinanza, l’albergo di via Roma dovrebbe essere chiuso e i profughi dovrebbero essere stati trasferiti altrove. La realtà, però, fino a ieri, era ben diversa. I migranti sono ancora nelle loro stanze, al City, come nulla fosse. Questo perché, a differenza di quanto previsto nell’ordinanza del Comune, la struttura è rimasta aperta per non lasciare in mezzo a una strada gli ospiti. E non potrebbe essere altrimenti perché manca un piano “b” per ospitare una trentina di migranti ancora alloggiati nell’albergo gestito da Corrado Lolli. «Del problema se ne deve occupare la prefettura, non il Comune - mette in chiaro il vicesindaco Matteo Sassi, attuale assessore al welfare - Le persone ospiti hanno richiesto asilo politico e rientrano nell'operazione Mare Nostrum gestita a Reggio dalla prefettura. Nei prossimi giorni ci sarà un’altra riunione sul coordinamento territoriale. In quell’occasione verrà fatto il punto con tutti i soggetti coinvolti. Al momento non è possibile spostare gli ospiti in così poco tempo, nonostante l’ordinanza. Il problema dell’hotel City è specifico di quel luogo. Vedremo cosa deciderà il vice prefetto».
Il nodo principale, infatti, è trovare una sistemazione alternativa. Fin dall’inizio dell’emergenza arrivi, i servizi di accoglienza sono stati gestiti dalla Dimora d’Abramo, alla quale è stato dato il difficile compito di seguire in migranti e offrirgli assistenza. «Non abbiamo posti al momento, dovremo individuare altri luoghi - prosegue Sassi - anche perché queste persone non possono restare in eterno in albergo. Anzi, avrebbero già dovuto trovare un’altra sistemazione ma non è facile».
Per ciascun migrante vengono versati circa 30 euro da parte del ministero dell’Interno attraverso la prefettura di Reggio. Soldi che vanno a copertura della sistemazione e dei pasti. Soldi, secondo gli assistenti, appena sufficienti per pagare i conti, e già in passato giunti tardi rispetto ai tempi di incasso stimati. Un’alternativa, al momento, potrebbe essere un’accelerazione delle pratiche per rimettere in regola l’hotel City. «Ho sbagliato io - dice Corrado Lolli - devo ancora fare la richiesta al Comune per l’abbassamento dei posti letto da 42 a 25. Non mi mancano gli estintori, ma la cartellonistica all’interno dell’albergo che non è adeguata rispetto alla capacità ricettiva. Per poter rientrare nelle regole, devo chiedere un abbassamento dei posti letto». Del resto, spiega Lolli, l’impianto elettrico del vecchio hotel cittadino è stato rifatto da poco. L’inghippo tecnico - come lo definisce il gestore - potrebbe essere risolto a breve. «Domani (oggi, ndr) andrò in Comune per fare la richiesta di adeguamento dei posti letto. Spero di chiudere a breve la vicenda». (e.l.t.)