L'ospedale degli animali "dimette" cinque caprioli
Sono i cuccioli raccolti in estate in seguito a incidenti o perchè rimasti soli. Dopo mesi di cure grazie ai volontari del Cras Rifugio Matildico sono stati rimessi in libertà
SAN POLO D'ENZA (REGGIO EMILIA). Erano stati raccolti la scorsa estate: cuccioli in difficoltà trovati ai lati della strada, senza più orientamento e senza le rispettive madri pronte ad accudirli. Uno di loro, poi, era stato trovato ferito a causa di un incidente. Venerdì quattro caprioli sono stati liberati dopo essere stati curati dai volontari. Un quinto, appena ieri.
E’ uno dei piccoli miracoli del Centro Soccorso Animali Rifugio Matildico di Caverzana, sulle colline di San Polo. Un vero e proprio ospedale per gli animali, con il compito di curarli o svezzarli, a seconda del problema da affrontare, e poi riconsegnarli alla natura e al loro destino di animali liberi. La struttura, inaugurata nel 2010, continua a essere un punto di riferimento per l’accoglienza di tanti animali. Qualcuno di qualche specie che, a dire la verità, non era esattamente prevista.
[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:foto-e-video:1.10033170:MediaPublishingQueue2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/reggio/foto-e-video/2014/10/01/fotogalleria/i-caprioli-tornano-a-correre-liberi-per-la-campagna-1.10033170]]
«Come alcune tartarughe di terra – conferma il fondatore Ivano Chiapponi – ce le hanno lasciate davanti al cancello. Così, ora sono qui». Si tratta di animali per la detenzione dei quali è prevista una specifica autorizzazione rilasciata dal Corpo Forestale. Ma c’è che la risolve così, in barba alle regole, alle leggi e al benessere degli animali. Tra i curiosi “ricoveri” al Cras di Caverzana c’è anche qualche ghiro e uno scoiattolo. Il secondo verrà presto liberato. Per quanto riguarda i primi, qualcuno tra i più giovani però rimarrà al centro per tutto l’inverno. Lo stesso faranno alcuni dei tanti ricci ospiti della struttura: se non sono abbastanza grandi, e abbastanza “in carne”, non possono essere liberati. Altrimenti, non riuscirebbero a superare il letargo invernale.
[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.10039456:Video:https://video.gelocal.it/gazzettadireggio/locale/i-caprioli-tornano-in-liberta-dopo-le-cure-dei-volontari-reggiani/34734/34805]]
Ma i pazienti prediletti del Cras sono i piccoli Bambi. Chiapponi e i “colleghi” volontari lavorano di biberon, cure mediche e tanta pazienza per rimetterli in salute. Ma ora che verranno liberati a caccia aperta, rischiano la vita? «Abbiamo messo loro una marca auricolare giallo, in modo che siano riconoscibili, e abbiamo sparso la voce tra i cacciatori affinché li risparmino: sono stati reintrodotti come riproduttori» assicura Chiapponi. Speriamo che sia sufficiente, viene da dire.
Gli animali sono stati catturati con le reti all'interno del rifugio, quindi portati nei luoghi scelto per la liberazione. I caprioli appena liberati, hanno fatto qualche timido passo. Poi, sentito il profumo della libertà, sono corsì via. A perdifiato.