Le parole perdute del dialetto reggiano: cosa manca?
Da gnacher a endes, ecco le nostre proposte, ma aspettiamo le vostre, per un vocabolario dei termini desueti
REGGIO EMILIA. Sul nostro sito web sta nascendo un vero e proprio dizionario condiviso delle parole perdute, un contenitore sempre più capace di raccogliere quelli che erano modi di dire, termini ormai desueti, perlopiù figli di un dialetto, il nostro, che oggi si fa sempre più fatica a tramandare. Ma che resiste, se si guarda ad esempio, all’alto numero di post che - su Facebook - la nostra iniziativa sta registrando in queste ore. E vengono fuori i termini più crudi della vita contadina, ma anche i raffinati francesismi, legati alla dominazione napoleonica: pensiamo al nostro pranzare, disner, molto simile al dejeuner francese.
Non tutto è perduto. Certo, per chi oggi si ostina a parlare nel nostro dialetto, molte di quelle parole risultano tutto fuorché perdute. E ha ragione Massimo Giannone quando ci scrive che «molte di quelle parole sono ancora comuni ma mancano del giusto accento. Non credo ci sia tanto, ma Ricordo gli scritti di Gastone Tamagnini che in Correggio era un didattico e scrittore di Dialetto Emiliano ,ricercante proprio la Stesura e Scrittura per Accenti, che sicuramente è di Fonetica Francesoide , Ai tempi di scuola non lo capivamo proprio, non capivamo perché scriveva in dialetto. Riletti oggi i suoi libri sono bellissimi».
E la lira? Invero, una parola irrimediabilmente perduta, nel nostro dialetto c’è. E riguarda la vita contadina come quella di città. E viene ancora una volta dal francese. Provate a immaginare per un attimo che nel dibattito - molto in voga in questi anni - sull’eventualità che l’Italia esca dall’euro. Tornerebbe la lira? Non per i reggiani che sono passati direttamente dal Franc all’euro.
Aiutateci. Politiche monetarie a parte, il nostro “dizionario condiviso” che si alimenta continuamente delle suggestioni degli “amici” di Facebook aspetta anche i contributi dei lettori tradizionali: l’invito è a scriverci all’indirizzo lettere.re@gazzettadireggio.it e spettacoli.re@gazzettadireggio.it per segnalarci altre parole che stanno sbiadendo come una foto. Come avrete visto, in coda a questo nostro articolo ci sono già alcune centinaia di commenti.
Il progetto. La nostra idea è presto detta: realizzeremo qui il dizionario del dialetto perduto, aggiungendo via via le voci (e le espressioni tipiche correlate) da voi suggerite. Quando il file sarà... troppo lungo, lo spezzeremo alfabeticamente. In coda, elencheremo tutti coloro che ci avranno aiutato, perché questo è un bellissimo lavoro collettivo che noi abbiamo ideato, ma che senza di voi non andrebbe da nessuna parte. E chissà che non ne venga fuori un bel libriccino...
Leggi: i 15 errori più frequenti nel dialetto parlato dai più giovani
ALSIA
La lisciva per il bucato (Denis Ferretti)
ALTERA
Testata del letto (Livio Medici)
ALVADOR
Lievito per il pane
ALVEDA
Levata, alzata (Angelo Ferretti)
AMSORA
Falce ricurva per mietere il grano o anche forbici perché per potare le piante
ANDADURA
Modo di camminare (Loris Rossi)
ARBOUNI
Prezzemolo (Luciana Masetti)
ARCARVER
Dare al neonato il nome di un avo
ARDINSER
Risciacquare
AREINT
Vicino
ARELI
Stuoie di canna intrecciate sulle quale venivano stese le foglie di gelso per allevare i bachi da seta (Angelo Ferretti)
ARIAM
Reame. Si usa per una cosa ricca, anche dal punto di vista affettivo.
ARGNEE
Arricciato, si dice del naso dei nobili, arricciato per la puzza sotto al naso (Angelo Ferretti)
ARISGHININA
Pochino. E' la parola che ogni volta che pronuncio mi ricorda la mia cara nonna Maria, quindi è una parola a me molto cara (Betty Pioli)
ARLOI
Orologio
ARPARELA
Rondella
ARSINTELA
Lucertola (Marco Orlandini)
ARVIOT
Pisello, come in francese ma pronunciato alla reggiana facendo sentire la T e usato quasi sempre al plurale (ghet mes l'arviot?) (Icelo Iori)
ARVOI
Nodo
ASA DA BUGHEDA
Asse per il bucato
AVENTOR
Cliente di un negozio
BACIOC
Battacchio della campana (Rinaldo Fornaciari)
BAGAI
Persona inaffidabile o anche, più semplicemente, un oggetto qualsiasi
BALOUN
Palla
BALÒN
Ernia (in dialetto guastallese)
BANCALOT
Davanzale (Giuliano Mattioli)
BARBERA
Parrucchiera
BARBIS
Bargigli del gallo o i primi peli della barba alla pubertà (Claudia Lambruschi)
BARICHEL
Scaffale
BAROS
Così veniva chiamato il biroccio a due ruote ribaltabile trainato da un cavallo. Praticameint un vec camion, i conducint eren i biroser (Marco Mirco Nibbi)
BASALEC
Basilico
BASEIN
Luogo dove non batte mai il sole (Luigi Montanari)
BASEL
Bastone leggermente arcuato con due tacche ai lati per agganciare il manico dei secchi da portare a spalla (Valdo Cosmi)
BASLETA
Il mento
BASLOT
Catino
BASTREGHEL
Ciccioli di bassa qualità derivanti dalla cottura del mesentere intestinale (Aurelio Talami)
BCHER O PCHER
E’ una delle vie centrali di Reggio. Intitolata a Mario Calderini, la targa che ne annuncia l’inizio reca però anche un’altra dicitura: Già via delle Beccherie e i nostri nonni l’hanno sempre chiamata e continuano a chiamarla così. Perché lì, una volta, attorno alla sede del macello comunale si concentravano i negozi e i banchi dei salumieri, i bcher, per chiamarli con il loro nome originario. Va detto che nel vocabolario di chi ha più di 50 anni, la parola e il nome della strada resistono, anche se in quella strada, di bcher non ce n’è più.
BERCIUCLIN
Berrettino
BERGONSOLA
Gorgonzola (Andrea Cacciavellani)
BERIAGHELA
Allegro bevitore
BERLÒSCH
Strabico
BERSO'
Pergolato (Antonella Vinceti)
BERSOL
Brufolo
BESEL
Il portare sulla spalla un secchio con acqua
BESTREGHEL
Cicciolo
BIAS
Cibo masticato. Una volta non esisteva il frullatore, allora le mamme per dar da mangiare ai propri figli mettevano in bocca il cib0o troppo duro, lo masticavano e lo davano da mangiare ai figli (Andrea Cacciavellani)
BICER
BIDA
Lo sterco delle vacche
BIF
Ghiacciolo (Cristiano Maletti)
BINDEL
Taglialegna, spaccalegna
BISTRACLA
Ragazza che va in giro a zonzo senza combinare nulla
BISTRACLER
Andare in giro a zonzo senza combinare nulla (Gloria Cacciavillani)
BLISGHER
Scivolare oppure accennare un sorriso, blisgher da reder (Claudia Lambruschi)
BOCHEL
Vaso da notte, pitale
BOCLEINI
Orecchini delle bambine (Angelo Ferretti)
BOLA
La bola non è altro che la segatura, quella che a scuola il bidello spargeva sul pavimento per asciugare la pioggia portata dentro dalle scarpe bagnate dagli scolari. C'è però anche il detto "l'è trid cme la bola", è tritato come la segatura, per indicare la persona che appare in condizioni fisiche penose o in piena crisi.
BONDEINA
Budello di stomaco suino per avvolgere la coppa da salare e stagionare (Paolo Bigliardi)
BOT
Scoppio, botto
BRANGOGNER
Brontolare
BRASADELA
Ciambella
BREGHI
Pantaloni
BRESI
Carboni ardenti (Valdo Cosmi)
BRETA
Berretto
BRUSTLÓN
Acne giovanile
BUCLEINI D'OR
Orecchini d'oro
BUDEE
Budella
BUDRIGA
Persona con la pancia (Valdo Cosmi)
BUFE'
Vetrinetta da sala con vetri decorati con disegni colorati o tono su tono (Claudia Lambruschi)
BUGADERA
Locale dove si faceva il bucato
BUGHEDA
Bucato. Te furob cm'un soi da bugheda c'as lasa ciapèr pr'agli ureci (Luigi Lontanari)
BUGNON
Brufolo grande
BURAS (BURAZ)
Così viene comunemente chiamato ancora oggi (italianizzato in burazzo) lo strofinaccio per asciugare le stoviglie (Alex Caprari)
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BURDIGHELL
Strumento per voltare il fieno (Livio Medici)
BURRACIOUN
Caos, burrasca
BUSCULER
Budello gentile del maiale per insaccati da lunga conservazione
BUSILAN
Ciambella
BUSTEIN
Boccetto
BUTER
Burro (Cristiano Maletti)
CADNAS
Catenaccio
CADREGA
Poltrona in legno con braccioli
CAGNOS
Odore di uovo nelle stoviglie
CALDAREIN
Secchio
CALSET
Calze
CAMPANOUN
Campanone ma anche persona molto alta e imbranata (Cristiano Maletti)
CANDLOT
Ghiacciolo che si forma alle grondaie
CANELA
Matterello
CARADON
Strada di campagna
CASAGAI
Polenta e fagioli
CASCHEDA
Caduta
CASER
Casaro, colui che lavora il latte
CAVAGN
Cestino (per la raccolta delle ciliegie o dei funghi)
CAVAGNINA
Cesto basso e largo
CAVALET
Oggetto utilizzato in edilizia per sorreggere le assi da ponteggio
CAVAS
Ramo principale dell'albero, da non confonderci con truns, tronco (Simone Gandolfi)
CAVCELA O CAVUCELA
Caviglia
CAVEC
Piccolo bastone
CAVOREIN
Antica moneta di modesto valore
CENO
Ragazzino
CHEGAPOI
Frutto del biancospino dal colore rosso
CHERNA CHERVEDA
Carne greve, muscoli affaticati (Rinaldo Fornaciari)
CIAPET
Molletta da bucato
CIAVGA
Chiavica per uso irriguo
CICHET
Piccola quantità di liquore
CIOC
Rumore, scontro
CIOCABEC
Il nulla da mangiare
CIOLD
Trappola per topo
CIOSA
Chioccia
CIOSTER
Cespo d'insalata
CIUC
Ubriaco
CIUCHETOUN
Persona facile all'ubriacatura (Giuliano Cervi)
COC
Nell'espressione der un coc, dare una spinta
CODGA
Cotica di maiale
COJOSI o CUJOSI
Esclamazione di stupore o per sottolineare una difficoltà
COMO'
Cassettiera
CORGA O COREGH
Stia in ferro a forma di cupola con apertura in alto dove si mettevano i pulcini appena nati con la chioccia
CRECA
Sporcizia
CREPPIA
Mangiatoia
CRICLOUN
Persona poco pulita
CROSERA
Gruccia per abiti
CUCER
Spingere
CUCER
Cucchiaio
CUMPRE'
Partorito, l'ha cumprè na putela, ha partorito una bimba (Claudia Lambruschi)
CUNTRADEL
Incudine
CURDON
Lacci da scarpe
CURSOR
Addetto del Comune che consegna le notifiche a casa
DESTENDER
Stendere il bucato. Quando il bucato lo ritiri, si dice, tirer deinter la bugheda (Denis Ferretti)
DIDEL o DITEL
Ditale
DONA PREGNA
Donna incinta
DUGAROL
Oggi lo chiamiamo genericamente “espurgo”, ma anticamente era colui che, nelle nostre campagne era deputato a ripulire, svuotare i fossi e i canali di scolo. (Sergio Vaiani)
DUROUN
Ciliegia chiara
ENDES
Si legge con la esse sibilante, come per il pronome Esso. Vuol dire uovo marcio, oggetto di origine mitologica che nessuno ha mai visto in natura. Di persona dalla scarsa igiene personale, si diceva "at pos cme n'endes", cioé puzzi come un uovo marcio.
ERBOUNA
Prezzemolo
FAGOT
Pacco mal fatto
FASC
Fascine
FASTODI
Vomito
FEDEG
fegato, ma il termine veniva usato anche per indicare una cosa che valeva poco. L'è un fedeg (Armano Fratti)
FERA
Falce
FILAREIN
Attrezzo a pedale per avvolgere il filo di lana
FILOS
Era il chiacchiericcio pomeridiano o serale come passatempo. L'origine sembra essere il dipanare una matassa di lino, il filo del discoso o delle cose avvenute nel quotidiano. (Fabio Ferrari)
FLEPA
Testimone di nozze della sposa (Luciana Masetti)
FOBBIA
Ramo di salice che fa da frusta
FOIEDA o SFOIEDA
Pasta sfoglia fatta in casa
FORMINTON o FORMINTOUN
Mais
FORNASELA
Camino a legno che scalda acqua per lavare
FRER
Fabbro
FROST
Liso, consumato (Giuliano M.)
FUGASA
Marinare la scuola
FUGOUN
Stufa che serviva per scaldare l'acqua con la legna)
FULEINA
Forfora
FULMINANT
Fiammifero
FUMANA
Nebbia in val Padana, ma anche in casa quando si discute (Luciana Masetti)
FURMAI
Formaggio
FURMINTOUN
Mais
FURNASALA
Piccola struttura in muratura con il centro scavato in cui si mettevano a bagno i panni per il bucato (Antonella Vinceti)
FURSEINA
Forchetta
FUS
Fuso azionato a mano per filare lana e cotone
GABANELA
Pisolino dopo pranzo prima di riprendere il lavoro (Loris Rossi)
GAIBEDER
Picchio. Espressione usata per definire una persona che martella parlando molto (Silvia Nizzoli)
GALANEIN
Farfallino al posto della cravatta
GALAVROSNA
Rugiada (Davide Montanari)
GALEVROUN
Calabrone (Angelo Ferretti)
GALOUN
Coscia
GAMBA ET SELER
Gamba di donna molto sottile (Luciana Masetti)
GAMBEL
Stivali
GAMISCEL
Gomitolo
GARATOUN
Grossa zolla (Angelo Ferretti)
GAVEL
Paletta per la cenere
GEERA
Ghiaia
GIANDLOUN
Bighellone, si diceva una volta "te propria un giandloun", del ragazzo che resta in casa a non far nulla (Massimo Cavazzoni)
GIUBET
Giacca da uomo
GNACHER
Oggetto di nessuna importanza, al punto da non ricordarne neppure il nome. L'artigiano diceva al garzone, "dam cul gnacher lè", per intendere passami quel pezzo. Oggi la parola è usata solo per identificare il torneo di basket amatoriale che si svolge ogni estate da oltre 30 anni, e che si scrive Gnaker, con il kappa
GOCIA
Ago
GOZEL
Zolla di terra dopo l'aratura
GRAMLA
Impastatrice
GRANEDA
Scopa. Granadoun è la scopa da esterno in bambù o ramaglia di nocciolo, la classica scopa delle streghe o anche dello spazzino (Paola Cerlini)
GRANERA
Scopa
GRANERA ED MELG
Scopa di saggina
GRASOL
Cicciolo
GREP
Salita ripida
GUGIOL
Maiale
GUIDANA
Palo di legno di grosse dimensioni, di norma cilindrico, utilizzato in edilizia
ILSA
Grande attrezzo in legno fatto a V trainato da un trattore o altro che veniva usato per pulire le strade dalla neve fino agli anni 60 (Valdo Cosmi)
IMBALSE
Imbranato, dicendo "l'é imbalse" si intende è inciampato
IMBAMBI
Stupido
IMBARASA
St'imbarasa? Cosa interessa a te? (Cristiano Maletti)
IMBERIAGOS
Ubriacone (Ida Rinaldi)
IMPIER
Accendere (Famiglia Notolini)
INGHIGNOS
Antipatico (Giuliano Mattioli)
INGUNSE
Ingozzato
INTER
Intero ma anche persona imbranata, nell'espressione l'è un po' inter (Cristiano Maletti)
LAMBERCIOUN
Persona poco intelligente, poco furba
LANOUN
Persona statica, poco sveglia
LATAROL
Anche nella versione femminile latarola, indica il commerciante che gestiva una latteria, categoria merceologica oggi scomparsa. Un tempo andava anche casa per casa a vendere il proprio latte, tanto che al pomeriggio in famiglia ci si chiedeva "l'è bel pasè al latarol?", è già passato il lattaio?
LAVEL
Lavandino
LEDGA
Piccolo strato di melma che si forma sull'acqua stagnante e al tatto è viscido
LINSOL
Lenzuolo
LOGHER o l'UNGHERIA
Nascondere (Cristiano Maletti)
LOUV
Gancio per recuperare cose cadute nel pozzo (Mario Gottardi)
LUDRET o LODRET
Imbuto
LUMADEG
Sinonimo di cagnoss anche quando la roba stesa ad asciugare prende l'umidità della sera (Alex Caprari)
MALGAREIN
Spazzolino di saggina
MALGHET
Gambo del mais
MAMALOCH
Idiota
MANAREIN
Piccola scure
MANER o MULINER
Mugnaio
MANZOL
Vitello
MARANGOUN o MARINGON
Il falegname
MARAS
Utensile per spaccare la legna
MARASCA
Ciliegia molto scura
MARLETA
Maniglia della porta
MAROLA
Nocciolo del frutto
MAROUN
Castagna
MARSERA
Colei che vendeva la stoffa in metratura o a braccio (Claudia Lambruschi)
MASA
Da pronunciare con la esse grassa, come quando si dice "vai a Massenzatico". E' la traduzione reggiana di letame. Si usa anche nel detto popolare, "l'era talmeint brot che l'an butè in d'la masa", era talmente brutto che l'hanno buttato nel letame
MELGOUN
Granoturco
MELNET
Vuol dire sporco, ma nel linguaggio delle donne di una certa età significa piuttosto sporcaccione. Le mamme usano questa parola verso i figli piccoli per dire, "vat a laver ch'at fè schifa da tant che t'è melnet", vatti a lavare che fai schifo da tanto che sei sporco, ma le donne più mature parlando di qualche maschio della loro età quando dicono "l'è seimper stè un melnet" intendono quello là è sempre stato un puttaniere.
MERCANTEN
L'uomo che vende al mercato oppure passa casa per casa
MESCH
Forse questa, paradossalmente, è una delle espressioni dialettali destinata a sopravvive, anche allo stesso oggetto a cui fa riferimento, peraltro già in via di estinzione, soppiantato com’è da attrezzi da cucina sempre più hi-tech. Eppure il mesch, ovvero il mestolo di legno, usato nelle cucine di una volta (e forse anche da qualche chef stellato che tiene in particolar modo alle tradizioni), potrebbe sopravvivere proprio per il modo di dire che lo ha reso famoso: «L’é antigh come un mesch d’legn».
Un detto che si attaglia perfettamente a chi non si adatta alla modernità.
MESCHEL
Quando i bambini fanno i capricci
MESCIN
Mestolo
MISEL
Gomitolo di lana o di corda
MOCHEL
Muco da raffreddore
MOCLOUN
Ragazzo con la candela al naso ma anche moccioso
MOJ
Ammollo, si diceva: mettr in moj, mettere in ammollo (Denis Ferretti)
MOLETA
Arrotino
MOR NIGHER
Frutto del gelso
MOSGHEDA
Morsicata
MSOURA
Falcia a mano
MULIEGA
Albicocca
MULIGA
La pasta che rimane all'interno del pane cotto poco (Bruno Zannoni)
NADER
E' la traduzione reggiana di anatra, e in questo contesto è usata da agricoltori e allevatori. Ma in città nader può anche voler dire altro. Nader è il giovane che si atteggia o si abbiglia in modo ridicolo credendo di essere alla moda ("al per un nader", sembra un'anatra) oppure che beve in maniera smodata, non tanto in riferimento al lambrusco quanto all'acqua. Si dice infatti "al bev cm'un nader", beve che sembra un'anatra
NADER MOT
Anatra muta (Dino Ferrari)
NASEINI
Le ascelle. Decisamente superflua la spiegazione etimologica di questa parola, come sottolinea nel suo post il nostro lettore Gianni Pioli
NESI
Da pronunciare con un timido accento sulla i finale, indica la persona che si comporta da sciocco o che ha qualche problema nella testa. Classica è l'esclamazione "pover nesi", povero scemo
NESS
Livido
NIMEL
Maiale
NINSOL
Lenzuolo
NINSOLA
Nocciola (Dorasole)
NUSETA
Malleolo (Cristiano Maletti)
ONGI
Unghie
ORA
Ombra
OVA
Uva
PACIANA
Rana (Cristiano Maletti)
PADELA
Padella
PADIR
Lasciare a macerare, detto soprattutto del letame (Elena Prandi)
PAIDIR
Lasciare le castagne avvolte in un panno perché mantengano il calore (Famiglia Notolini)
PAION
Materasso con foglie di granoturco
PALTEIN
Al significato di alcuni termini che il dialetto reggiano ha mutuato da altre lingue, è facile e intuitivo arrivare, per assonanza o associazione di idee. Uno dei casi che fanno eccezione è quello di un termine italiano che soltanto il dialetto ha salvato all’oblio trasferendolo pari pari: parliamo della Privativa, ovvero come si chiamava una volta la Tabaccheria. E il titolare della tabaccheria? Questa è ancora più intrigante: al paltèin, che altri non è (era) l’esercente che aveva l’appalto per la vendita dei tabacchi. Così, se vostro marito dovesse dirvi uscendo “Vagh dal paltein” preoccupatevi soltanto se non fuma.
PALTO'
Cappotto
PAMPURIA
Donna paciosa, tranquilla e pacifica. Nulla a che fare con il Sor Pampurio, personaggio dei fumetto creato da Carlo Bisi nel 1925 (Claudia Lambruschi)
PANARASA
Scarafaggio
PANEDA
Zuppa bollita
PAN STARADI'
Pane vecchio, deriva dallo slavo (Angelo Giampietri)
PARLETA
Pentola in rame per la polenta
PAROL
Paiolo per scaldare l'acqua
PAROLA
Paiolo per la cottura dei ciccioli
PARTUGAL
Arancia (Lorenzo Imberti)
PASINSIA
Pazienza. Ecco alcune fraso della zia Esperide. La pasinsia l'è al companadegh di coioun. La pasinsia l'è come la pesa, subet t'la tin, po dopa la te scapa (Vanna Beggi)
PATAIA
Camicia da notte. Quando un uomo ha la camicia fuori dai pantaloni si dice che ha la pataia fuori (Antonella e Anillo Vinceti)
PATOC
Marcio
PATOUNA
Sberla
PETNETT
Inguine
PICORNIA
Attrezzo da calzolaio in ferro per battere le suole delle scarpe dopo l'incollatura (Valdo Cosmi)
PIER
Accendere
PIGADEIN
Farfalle di pasta sfoglia (Angelo Ferretti)
PIOC
Pidocchio (Enrico Colli)
PIOC PIATON
Piattole
PIOD
Aratro
PIPOL
Capelli di donna raccolti a forma di palla
PIPULEIN
Pidocchio
PISLER
Schiacciare un pisolino
PISTAROLA
Tagliere
PIT
Siamo sempre nel settore agricolo, pit infatti vuol dire tacchino. Però la parola è usata anche in senso nostalgico, perché un tempo si usava questo termine per indicare il giovane spasimante che fa versi languidi all'amata. Non a caso le vecchie zitelle ancora oggi, parlando con coetanee che hanno avuto la stessa sorte, raccontano per vantarsi "da zovna, me ghiva un pit...", da ragazza avevo un pretendente
PITEL
Vaso da notte
PITOC
Mendicante (Cristina Torreggiani)
PITURAIN
Rossetto
PIUCIOUN
Pidocchioso, uomo disordinato
PODAI
Attrezzo usato in agricoltura per tagliare i rami grossi delle piante
POGIAPIAN
Persona sfaticata che fa le cose malvolentieri (Giordano Fantini)
POM
Mela
POM DA TERA
Le patate
POM GRANER
Melograno
PORTEG
Portico
POSOT o PUSOT
Pozzo nero
POTA
Donna non sposata
POVA
Bambola
PRET
Scaldaletto (Scaldaletto)
PROVEN
Termometro per la febbre
PSIGA
Vescica
PUDAI
Scure per troncare i rami (Rinaldo Fornaciari)
PUGNETA
Presina per le pentole
PUMASOL
Cuscinetto imbottito dove appunti aghi e spille
PUND'R A MEINT
Porre attenzione (Fausto Toni)
PUNGA
Talpa
PURGHIN
Piccolo porticato (Rinaldo Fornaciari)
PURTER
Portiere (Cristiano Maletti)
PUTELA
Ragazza
QUADREL
Mattone
RAGASOLA
Bambina
RAMAGN
Fascina di legna
RAMER
Chi fa le pentole di rame, a Reggio c'era la via di ramer, oggi via Calderini (Luciana Masetti)
RASOLA
Grattugia per pane e formaggio
REBGA
Erpice (Giuliano Cervi)
RESDORA
Massaia che gestisce l'economia della casa
RESGHIN
Piccole seghetto manuale
REVIOT
Pisello da orto (Paolo Bigliardi)
RIBULAT
Con accento sulla U, significa cianfrusaglie (Icelo Iori)
ROCA
Rocchetto di legno che si installava sul filarein per avvolgervi il filo
ROGNON
Rene
ROMEL
Crusca
RONCHINA
Coltello con lama curva apribile per la potatura
RUMLEINTA
Lentigginosa
RUSCAROLA
Pattumiera (Simona Nepenti)
RUSEI
Rimanenza di cibo (Luciana Masetti) o pezzetti di ramo caduti dalle fascine (Angelo Ferretti)
SACLOUN
Sazio (Valdo Cosmi)
SANGIOT
Singhiozzo (Fabio Ferrari)
SAN MARTEIN
Trasloco. Fer San Martein vuol dire traslocare, espressione che trova radici nella tradizione agricola della nostra terra (Fabio Ferrari)
SARABIGA
Chi è nato da queste parti ci convive da sempre, almeno d’estate. L’avvento di nuovi tipi di questo insetto (esempio zanzara-tigre) ha finito per oscurane la fama
SARFOIER
Straparlare
SARNATA
Riga nei capelli (Antonella Vinceti)
SARTOR
Il sarto
SBAND
Si usa nell'espressione "in sband" riferito alle finestre, che vuole lasciare le finestre completamente aperte (Osvaldo Spadoni)
SBERLUCIER
Guardare in modo curioso o furtivo
SBORDACIOUN
Persona che sbrodola quando mangia
SBRANDLAUN
La forma più reggiana di ganassoun, uno che millanta, che parla per mostrarsi importante quando non lo è
SBRISLOUN
Sbriciolone
SBURDIGHER
Lavoro di piccola fatica, passatempo
SCACHET
Arachidi (Fabio Ferrari)
SCALAMPIA
Scala a pioli in legno molto alta
SCALFAROT
Calza di lana fatta a mano
SCAPEIN
Calze. si diceva girer d'in scapein, girare per casa solo con le calze o girer de schelsa, a piedi nudi (Luca Parmiggiani)
SCARFOLA
Nell'espressione a scarfola, scendono fiocchi di neve (Valdo Cosmi)
SCARPOLEIN
Calzolaio
SCARFOLA
Forfora
SCARTUCIN
Togliere l'involucro di cartoccio dal mais
SCAVARIOLA
Capriola
SCHERMIR
Qualcosa che fa venire la pelle d'oca, come il gessette che stride sulla lavagna (Claudia Lambruschi)
SCIAF
Schiaffo (Ida Rinaldi)
SCIAVAROL
I pioli della sedia sui quali si appoggiano i piedi (Alberto Tinterri)
SCIN
Secchio
SCIN DA MONSER
Secchio da mungitura
SCIOPON
Colpo apoplettico
SCONSA
Nell'espressione in sconsa, sulle ginocchia (Famiglia Notolini)
SCOPASOUN
Scappellotto
SCOPLOT
Scappellotto, manata in testa
SCOTMAI
Con questa parola si indica il soprannome affibiato a una persona. Quando scotmai era una parola comune, era l’unico nome con cui questa persona era nota. (Enzo Merzi)
SCRANA
Sedia
SCRANOUN
Seggiolone
SCUDELA
Tazza da caffelatte
SCUDLOT
Barattolo metallico
SCUMASEIN
Capriola in aria come quella del gatto (Antonella Vinceti)
SCUNIR
Sgocciolare
SDAREINA
Spazzola per bucato
SDARINER
Spazzolare con la spazzola del bucato
SDAS
Un altro oggetto della tradizione contadina che ha accompagnato la vita di intere generazioni di reggiani, arrivando ad essere persino una metafora del vivere è il setaccio che proprio per la sua funzione è portato a separare il bene dal male, il puro dall’impuro, il grano dal loglio. Peccato che per fare questo, il setaccio, finisca per trattanere per sè ciò che non serve e - di fatto - lasciar andare ciò che invece è il meglio.
Così, capita(va) che per definire una persona poco furba, le si dicesse “T’è furob com’un sdas”, ovvero sei furbo come un setaccio che si fa passare tra le mani il meglio.
SEDRON
Cetriolo
SENDRA
Cenere (Fausto Toni)
SENGIA
Cinghia ma anche attrezzo di trasmissione fra due ruote
SFOIEDA o FOIEDA
Pasta sfoglia fatta in casa
SFROMBEL
Uno che rompe tutto
SFROMBLEE
Sfilacciato
SFUMARESA
Quando scende quella nebbia che bagna ogni cosa (Loris Rossi)
SFURDIGHER
Frugare
SGALEMBER
Di traverso (Angelo Ferretti)
SGARBASA
La parte verde dei cipollotti, da cui sgarbasoun o scarpasoun, in italiano erbazzone (Bruna Gazzetti)
SGARBIE
Graffiato
SGIAVRA
Lo scendere della neve mista ad acqua
SGRISOR
Brividi di freddo o di febbre
SGUMBEI
Scompiglio (Orlando Ormelli)
SGAGET
Sbrigati
SGALMEDRA
Chi ha destrezza nel fare una cosa, scaltrezza (V. Dalla Salda)
SGARLET
Caviglie Al m'ha de un chels in ti sgarlet (Marina Menozzi)
SGHERMIER
Ridare volume alla lana dei materasso aprendola con le mani (Antonella e Anillo Vinceti)
SGOGNER
Pedalare (Angelo Ferretti)
SGUASA
Rugiada pesante
SGRUSOR
Brivido (Famiglia Notolini)
SIGHEL
Paletta per la cenere
SIGHER
Piangere
SIRELA
Carrucola
SIRUDELA
Diceria in rima
SISORI
Forbici (Valdo Cosmi)
SMOIA
Lisciva per lavare i panni, o anche l'acqua per l'ammollo
SMORSACANDLOTM
Sacrestano (Marina Menozzi)
SMUNTER
Sbiadire (Fausto Toni)
SNAFCIADURA
Ginocchiatura, parte in cui la pentola si piega a formare il fondo della stessa (Giuseppe Olmi)
SNOC
Ginocchio
SOCA
Pezzo di pianta sotterrata con le radici
SOGHA ED LA BUGHEDA
Corda per stendere il bucato
SOGHET
Corda
SOI
Mastello con la lisciva per il bucato (Paolo Sanzio Ponis)
SOLFAREN
Fiammifero
SOPA
Zuppa
SOPPIA
SOREG
Topo del solaio
SORNACIOUN
Persona che aspira rumorosamente il muco dal naso (Angelo Ferretti)
SOVER
Tappo
SPASACUL
Pezzetti di giornale usati al posto della carta igienica
SPIATTLER
Raccontare in giro
SPIGLER
Raccogliere spighe dopo la mietitura
SPIN
Attrezzo che serve al casaro per rompere la cagliata (Mario Gottardi)
SPINCIOUN
Sporgenza pericolosa
SPIURA
Prurito (Aurelia Mattioli)
SPOLA
Attrezzo sul quale veniva avvolto il filato finito
SPOLETA o SPAGNOLETA
Rocchetto di filo per cucire
SPROCH
Rami (Cristiano Maletti)
SPULECIA
Posto dove il sole batte nelle giornate fredde: Ster a la spulecia significa stare al sole per riscaldarsi un po'.
(Lorenzo Pedroni)
SRESA
Ciliegia
STABLII
Stampato, spappolato
STADERA
Bilancia
STAMBI DAL NIMEL
Porcile
STAMBOC
Traversina di legno che poggia sui cavalet (vedi alla voce relativa)
STANQUEN o STETRAN
Il prossimo anno
STAVAJOUN
paletto di legno rastremato alle estremità, si usava ai bordi dei birocci per contenere il raccolto infilandoli in appositi fori. Si diceva anche: 't piant un stavajoun in t'al cul e po' 't fagh voler c'm un tavan (Angelo Codeluppi)
STLEIN
Piccolo ritaglio di legno
STNUMA
Ragazza vanitosa (Gloria Cacciavillani)
STOPEL
Tipo di corda che si accendeva nelle lampade a petrolio per illuminare dove ancora mancava la corrente elettrica (Valdo Cosmi)
STOVA
Stufa
STRACA
Donna molto stanca
STRADAROL
Manutentore stradale, stradino
STRAM
Residuo della mietitura
STRAMBUCHER
Inciampare
STRASER
Persona che gira per le case a raccogliere stracci, ferraglia e roba che non si usa più, il padre della raccolta differenziata (Claudia Lambruschi)
STRAZEDA
Passaggio nella neve. Si diceva una volta: fer la rota, o anche fer la strazeda, aprire un passaggio nella neve (Loris Rossi)
STRAVLE
Uomo che cammina male
STREGIA ED BUSMAROLA
Spazzola di saggina usata per il bucato (Valdo Cosmi)
STRICHER
Strizzare
STRIGHON
Pettine per i capelli
STROPLA
Rametto verde flessibile
STUMPAI
Tappo di sughero
STRUNFGNEE
Stropicciato, viso di una persona appena sveglia (Cristiano Maletti)
SUCADEL
Piccolo canale nella stalla per i liquami (Enzo Cerlini)
SUCHELA
Nell'espressione ander fora in suchela, uscire senza cappello (Carlo Vezzani)
SUGAMAN
Asciugamani, se riferito a persona: poco di buono, le mamme lo rivolgono ai loro pargoli in modo affettuoso ; deriva dal detto “acva bagna sugaman leva”. (Daniele Zanoni)
SUPIOUN
Soffione per attizzare il fuoco
SURGAROLA
Trappola per topi
SURGHIN
Topolino
SVROMBLA
Fionda
TABAR
Tabarro
TACOUN
Appiccicoso
TAMARAS
Materasso (Andrea Cacciavellani)
TARTAIO
Balbuziente
TASEL
Solaio
TEGIA
Tegame
TENDER
Sorvegliare
TERMEL
Paletto di confine
TIRABUSOUN
Cavatappi
TIRACLI
Bretelle
TIRASAS
Fionda
TISIC
Malato di tubercolosi
TOMACA
I pomodori
TOMANA
Divano (Cristina Montanari)
TOND
Piatto
TONO
Piatto di minestra
TRALEDA
Ragnatela
TRASA
Terrazza (Cristiano Maletti)
TRAVAIER
Lavorare (Tiziana Bertani)
TREGN
Vaso in terracotta in cui conservare lo strutto
TRIDA
Liberare strada e cortile dalla neve (Fer la trida)
TROL
Attrezzo in legno usato prima della semina per rompere piccole zolle (Giuliano Cervi)
TRUMO'
Cassettiera con specchio
TRUNS
Tronco
TRUSERA
Mucchio di letame accatastato nei campi (Luca Parmiggiani)
TULER
Tagliere (Fernanda Bizzarri)
TULIROLA
Tagliere per fare la sfoglia (Alberto Tinterri)
TURAC
Tappo
UMBREGHEL
Ombelico
VILAN
Letteralmente sta per "uomo che abita in villa", cioé in campagna, e quindi contadino. Oggi ha ingiustamente un sapore offensivo, quando in realtà in tempi di slow food e Terramadre potrebbe addirittura suonare a complimento. Del tutto desueto l'insulto "bestia d'un vilan"
VISTI
Vestiti
ZAMBAIOUN
Zabaglione (Mauro Catellani)
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