Mediolanum deve risarcire due fratelli
Cadelbosco: la banca non eroga il mutuo promesso e danneggia per 33mila euro due operai tutelati dalla Confconsumatori
CADELBOSCO SOPRA. Una battaglia legale lunga ben cinque anni fra due fratelli trentenni e la Banca Mediolanum per un mutuo da 180mila euro – finalizzato all’acquisto di una casa – prima promesso e poi rifiutato senza un motivo dall’istituto di credito a pochi giorni dal rogito davanti al notaio.
Una vicenda che la Confconsumatori ha ieri raccontato, in una conferenza-stampa, per conto dei due operai cadelboschesi che ha tutelato (tramite il proprio ufficio legale) nella causa di risarcimento-danni.
La storia poggia su una sentenza emessa in tribunale a Reggio dal giudice civile Matteo Marini e già passata in giudicato, quindi non più impugnabile dalla banca che è stata condannata a risarcire i due fratelli per circa 33mila euro. Ma cos’è accaduto? Tutto parte nel settembre 2009, quando i due fratelli chiedono alla Banca Mediolanum, di cui sono correntisti e lì hanno investito in polizze assicurative, un mutuo per acquistare un’abitazione e prendono contatto con la promotrice dell’istituto di credito (la family banker) che poi comunica l’esito positivo della loro richiesta e fissa l’appuntamento davanti al notaio. Una ricostruzione confermata dalla promotrice durante il processo: «Un funzionario della banca chiese tutti i documenti in cartaceo – si legge nella sentenza il passaggio-chiave della testimonianza – per verificare la solvibilità dei clienti. Sul mio pc appariva il semaforo verde che vuol dire che la pratica è a posto». Invece pochi giorni prima del rogito la banca si rifiuta di erogare il mutuo, nonostante i due fratelli avessero già versato una caparra di 20mila euro a chi vendeva la casa. A quel punto per i due operai, in grave difficoltà, è una corsa contro il tempo: disinvestono le polizze assicurative (con un danno notevole) e una colletta fra parenti e amici li aiuta a non perdere la caparra e a comprare l’immobile. Salvato l’acquisto, i due fratelli si sentono comunque danneggiati dal dietrofront della banca e si rivolgono alla Confconsumatori per avere giustizia: dopo un fallito tentativo di conciliazione con Mediolanum, viene avviata la causa di risarcimento-danni. La banca si è difesa affermando che “i due fratelli si sono assunti chiaramente il rischio di impegnarsi contrattualmente per l’acquisto della propria casa senza avere avuto la comunicazione formale di concessione del mutuo”. Di parere opposto il giudice Marini che nella sentenza ha rimarcato come “non si sia stato possibile comprendere il grave motivo che ha indotto la banca a recedere dalle trattative” e che “fissando un appuntamento dal notaio per la redazione dell’atto la banca si sia effettivamente e giuridicamente vincolata alla successiva fase di perfezionamento dell’accordo”. Sempre il giudice ha ritenuto infine risarcibile ai due fratelli la perdita subita per aver dovuto liquidare anzitempo gli investimenti effettuati poco prima della richiesta del mutuo.