Arrestato un sorvegliato speciale 44enne
Salvatore Turrà, in odore di mafia, è “confinato” a Reggio, ma i carabinieri l’intercettano a Cadelbosco
REGGIO EMILIA. E’ considerato in odore di mafia dagli investigatori e dal 2013 l’imprenditore edile calabrese 44enne Salvatore Turrà è un sorvegliato speciale che non può uscire dal territorio di Reggio Emilia.
Una misura restrittiva che era stata chiesta due anni fa dalla questura, per poi essere avallata in tribunale dalla Corte (presieduta da Francesco Caruso), basandola su alcuni punti-chiave.
In primis la continua frequentazione di pregiudicati calabresi, inoltre è fratello di Roberto Turrà (nel mirino dell’operazione Aemilia come attivo affiliato al clan Grande Aracri, inoltre nel dicembre 2013 venne misteriosamente ferito a Parma a colpi di pistola) e lo stesso Salvatore Turrà è un pluripregiudicato (varie condanne, segnalazioni in alcune inchieste antimafia, con problemi sul versante penale che abbracciano oltre vent’anni).
Tutto sarebbe filato liscio sul piano del rispetto della misura restrittiva fino a questa settimana.
Perché da quanto “filtra” il 44enne è stato intercettato dai carabinieri decisamente fuori dall’area comunale in cui è ristretto dagli ultimi due anni.
E’ infatti incappato in un controllo stradale a Cadelbosco e lì non poteva starci.
Un controllo di routine, ma i militari dopo l’alt, hanno capito in fretta come stavano le cose e i problemi con la legge per l’imprenditore edile sono stati più d’uno.
Oltre ad aver violato la sorveglianza speciale, gli è stata contestata la guida senza patente (conseguenza di un vecchio guaio giudiziario) e il possesso di un coltello a serramanico.
Ma cosa ci faceva lì a Cadelbosco il sorvegliato speciale?
Turrà si è giustificato dicendo che lui e sua moglie hanno una sola macchina e stava portando l’auto alla consorte (che vive a Cadelbosco) affinché quel giorno potesse portare a scuola il figlio.
Motivazione che non gli ha certo evitato l’arresto ed ora per queste accuse rischia una condanna da 1 a 5 anni di reclusione.
Turrà – che è difeso dall’avvocato Gianluca Tirelli – sarà processato la prossima settimana e ora attende l’udienza agli arresti domiciliari a Cadelbosco (cioè a casa della moglie e del figlio).