Gazzetta di Reggio

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Vaisakhi, una marea multicolore per la festa religiosa di primavera

di Vittorio Ariosi
Vaisakhi, una marea multicolore per la festa religiosa di primavera

Novellara: migliaia di Punjabi di religione Sikh ieri al tempio più grande dell’Europa continentale Corteo nel centro del paese con distribuzione di cibo e bevande in segno di condivisione e fratellanza

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NOVELLARA. Ieri migliaia di Punjabi di religione Sikh reggiani e delle province limitrofe hanno festeggiato il Vaisakhi a Novellara, dove nell'ottobre 2000 fu inaugurato, dal presidente Romano Prodi, il Gurdwara (tempio sikh) più grande dell'Europa continentale, secondo solo a quello di Londra. Il Vaisakhi è la più importante ricorrenza del calendario sikh, che segna l'inizio della primavera ma principalmente celebra la fondazione, nel 1699, della confraternita dei Sikh praticanti e l'introduzione dell'Amret (il battesimo), non imposto ma scelto liberamente. Con il quale, per eliminare qualsiasi differenza (di casta, di ricchezza o altro) ogni uomo prendeva il cognome di Singh (leone) e ogni donna il cognome di Kaur (principessa); il che ha creato non pochi problemi con l'anagrafe quando, nella seconda metà degli anni Ottanta del secolo scorso è iniziata l'emigrazione dei Sikh dall'India e dal Punjab. In mattinata una marea di automobili ha invaso la zona intorno a via Bandini, nel villaggio artigiano sulla strada per Reggiolo dov'è situato il tempio e dove di buonora è iniziata la celebrazione religiosa. Che non consiste in una cerimonia delimitata nel tempo, ma nella lettura ininterrotta del Guru Granth Sahib, il libro sacro “Signore e Maestro spirituale”, scritto in sanscrito antico, dal XVIII secolo unica autorità e guida religiosa riconosciuta dai Sikh. Nella grande sala della preghiera al primo piano del tempio il libro era come sempre posto sotto un baldacchino adorno di ghirlande colorate. I fedeli seguivano la lettura e gli inni sacri seduti sui tappeti a gambe incrociate, gli uomini divisi dalle donne.

Il tempio è aperto a tutti ma prima di entrare bisogna togliersi le scarpe e coprirsi la testa, con una bandana gli uomini e una sciarpetta le donne. Fa parte della cerimonia anche il pasto rituale gratuito al piano terra del tempio; rigorosamente vegetariano, non per convinzione salutistica ma perché i Sikh credono fermamente nella reincarnazione in ogni possibile forma di vita animale. Alle 11.30 sono stati inaugurati alcuni locali a lato del tempio, ricavati dal restauro di una vecchia casa colonica. Il Nagarkirtan, corteo per le vie del paese che è il momento centrale della celebrazione, è partito da via Bandini intorno alle 14. Con migliaia di donne nei coloratissimi costumi tradizionali e di uomini con il capo coperto da un turbante o una bandana; numerosi anche i ”battezzati” con i turbanti arancione, gialli o blu, le barbe fluenti e i piedi scalzi. Il cuore del corteo era il Palki Sahib, la portantina sontuosamente ornata di ghirlande collocata su un carro, con all'interno il Guru Granth Sahib. In testa un gruppo numeroso di volontari, uomini e donne, che, armati di scope, pulivano la strada, seguiti da un'autobotte e da un tamburo che batteva ritmicamente il tempo del salmodiare dei fedeli. Poi 5 portabandiera e una scorta formata da 5 membri del Khalsa, nei costumi tradizionali e con le spade coreograficamente sguainate, a rappresentare i primi 5 Sikh battezzati dal decimo e ultimo Guro. A lato del corteo, diversi volontari che distribuivano a tutti, gratuitamente, cibo e bevande in segno di condivisione e fratellanza. In chiusura altri volontari hanno provveduto a pulire ulteriormente la strada. Dopo aver percorso le vie del centro, fra la curiosità dei passanti, il corteo ha fatto sosta in piazzale Marconi, davanti alla Rocca, in segno di omaggio verso le istituzioni, accolto e salutato dalla sindaca Elena Carletti e dagli assessori Milena Saccani Vezzani e Marco Battini. Infine la marea colorata è confluita nel campo sportivo di via Indipendenza. Dove ci sono stati vari altri interventi di rappresentanti della comunità sikh, e ancora distribuzione di cibi, prima del rientro al tempio.

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