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Caldo record, mucche senza latte

Caldo record, mucche senza latte

L’allarme lanciato dalla Coldiretti. Intanto i termometri continuano a salire

16 luglio 2015
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REGGIO EMILIA. Non solo calo della produzione di latte pari al 30% e aumento dell’abbeveraggio, raddoppiato rispetto alle temperature normali, sino ai 200 litri giornalieri a capo. Quello che preoccupa gli allevatori sono le complicazioni sanitarie, come infertilità, mastiti e parti difficili, che colpiscono più di frequente le bovine stressate e debilitate dal persistente caldo.

È l’allarme lanciato dalla Coldiretti nel sottolineare che gli effetti del caldo, intenso e persistente e, a quanto pare, destinato a peggiorare, iniziano ad essere preoccupanti.

«Da giorni ormai - sottolinea Assuero Zampini direttore di Coldiretti Reggio Emilia - nelle stalle sono scattate le misure anti afa con ventilatori, doccette e gli abbeveratoi che lavorano a pieno ritmo. Ogni bovino ha più che raddoppiato la propria razione di acqua arrivando a bere sino a 200 litri al giorno, contro i 70 dei periodi più freschi. La situazione è preoccupante soprattutto nelle zone dove l’umidità soffocante aumenta la temperatura percepita che sfiora i 40 gradi».

«Grave la situazione anche nelle stalle più piccole con un numero di capi contenuto - continua Zampini -. Questi imprenditori per lo più delle zone montane, non sono riusciti, anche a causa del prezzo riconosciuto del latte, ad investire sugli adeguamenti delle strutture, contando forse sul fatto che nelle zone di montagna non sono frequenti queste temperature che hanno invece toccato anche quote tra le più alte del nostro Appennino». Condizionatori e ventilatori accesi inoltre negli allevamenti di maiali che hanno una temperatura ideale di 28 gradi oltre la quale gli animali cominciano ad entrare in sofferenza e a mangiare fino al 40% in meno della razione giornaliera.

Intanto il mese di luglio 2015, dai dati preliminari registrati dall'Osservatorio Geofisico di Unimore, si appresta ad entrare negli annali meteo delle "estati roventi". La prima decade di luglio ha chiuso con una temperatura media di 29.1° che ne fa nettamente la più calda per questo periodo dell'anno. Ciò a causa non tanto della punta massima, toccati due volte i 36.4° di temperatura massima in osservatorio, che non è record né assoluto né per il periodo, ma per la durata e persistenza del caldo.

Ieri i termometri in città segnavano valori da febbre con una temperatura massima registrata di 37.4°. Quanto alle notti sono decisamente "tropicali", con temperature minime oltre i 20° non solo in città (21.7° a Reggio) ma in tutta la media e bassa pianura, anche nelle aperte campagne e in buona parte dell'Appennino. Questo è solo l'inizio: l'ondata di caldo sarà appunto lunga, e rari, in genere limitati a episodi locali in montagna, i temporali di calore che non porteranno reale beneficio né termico né alla siccità ormai in corso. E il mese intero appare appunto avviato ad entrare nella storia delle estati roventi.