Gazzetta di Reggio

Reggio

E’ braccio di ferro sulla futura sede del consorzio agrario

di Adriano Arati
E’ braccio di ferro sulla futura sede del consorzio agrario

Rubiera: previsto a Fontana, ma il comitato dà battaglia Raccolte oltre 500 firme. Il sindaco: «Documenti a posto»

18 luglio 2015
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RUBIERA. «Quale futuro sul progetto del consorzio agricolo di Rubiera?». Continua a far discutere la nuova sede rubierese del consorzio agricolo provinciale, che nei mesi scorsi ha fatto nascere anche un comitato di cittadini rubieresi chiamato “Spostiamo il Consorzio”. Fa parlare per le spinte in senso opposto, da chi chiede un’accelerazione e da chi, invece, vuole una variazione. Nel progetto di massima, ancora da ratificare, la struttura dovrebbe sorgere non lontano da Fontana, in un appezzamento agricolo di circa 500 metri quadrati, nella periferia Nord del paese, ma diversi abitanti si oppongono a questa scelta, chiedendo di cambiare l’area.

I motivi? Principalmente ambientali. La zona di insediamento è «un dosso di pianura che, oltre ad essere una zona di pregio territoriale-ambientale, è utile perché in caso di piena dei fiumi conterrebbe le acque», sostiene il comitato. Inoltre, al suo fianco c’è una pista ciclopedonale «che verrebbe mortificata da un forte incremento di traffico di mezzi pesanti ed agricoli, che ricadrebbe anche sulla zona residenziale di Fontana». Infine, sostengono dal comitato, non convince la scelta di «insediare su un terreno agricolo una nuova struttura, che non serve ad un imprenditore agricolo per operare sul territorio, ma ad una società che di fatto fornisce servizi all’agricoltura e che fa commercio al dettaglio attraverso una struttura di circa 500 metri quadrati». Questo da un lato. Dall’altro, il centodestra rubierese chiede che la procedura non vada avanti. Lo fa tramite il consigliere comunale Marco Benati, che ha presentato un’interpellanza in vista del prossimo consiglio comunale in cui sottolinea che non esiste «alcun ostacolo giuridico al prosieguo dell’iter concessorio». E domanda quali «siano i motivi per cui l’iter risulta bloccato e cosa intenda fare la giunta per consentire la realizzazione dell’opera».

Alcune settimane fa l’amministrazione comunale ha risposto ai quesiti dei firmatari della petizione. Il sindaco Emanuele Cavallaro ha spiegato che «l’attuale situazione non è quella di un progetto “immediatamente realizzabile”, ma di una procedura in atto che non è ancora stata approvata», e che quindi non c’era l’intenzione di bloccare a priori la valutazione del progetto. Il sindaco evidenzia poi che il percorso ha «tutta la documentazione a posto, per essere assolutamente legittimo: studio di incidenza, valutazione ambientale, parere positivo della Sovrintendenza, parere positivo della Provincia, parere positivo dell’Ausl e dell’Arpa. Non ci sono motivi amministrativi che portino ad un suo annullamento». Il vero tema, per il primo cittadino, è «capire se l’attuale collocazione individuata è la “migliore possibile” per questo tipo di struttura. Il nostro lavoro sarà quindi quello di verificare, in questi mesi, l’esistenza di soluzioni alternative che abbiano caratteristiche migliorative anche per il soggetto privato di cui stiamo parlando che, ancora una volta lo ricordo, ha i propri inalienabili diritti».