Minacciato con un bastone da un nudista sul greto dell’Enza
Canossa, la singolare disavventura denunciata nella zona di Currada: «Questa è un’area privata»
CANOSSA. Torna di moda questa estate sulle sponde del torrente Enza, il “primitivismo” e, a quanto risulta da diverse testimonianze, anche il nudismo praticato da qualche persona di mezza età, nella zona di Currada, lontano dagli occhi indiscreti dei tanti villeggianti e rutisti che, ogni sabato e domenica, si affollano intorno a quello che senbra uno “uadi” del deserto tunisino, tanto poca è l’acqua che vi scorre.
Ma sembra che i nudisti nostrani (o forse provenienti anche da altre province) abbiano deciso di “difendere” la propria zona anche con i bastoni, minacciando chi si avvicina al loro “territorio” che definiscono anche “proprietà” pur sapendo che tutta l’area del fiume è di proprietà demaniale, cioè dello Stato.
La denuncia arriva da una lettera inviata alla “Gazzetta” nella quale un lettore racconta della “disavventura” vissuta proprio in prossimità del presunto “campo nudista” della zona di Currada.
«Visto l’orario e il caldo, lascio moglie e figli e carico la bicicletta in auto e raggiungo la destinazione verso le 16. Sscendo verso il fiume e parcheggio l’auto. Mi trovo famiglie e bambini che giocano nell'acqua e sulle sponde. Bello pensai, domani potrei portare moglie e figli qua...! (15 minuti dopo cambierò definitivamente idea). Prendo la mountainbike e mi dirigo verso un sentiero che costeggia il fiume. Mentre mi dirigo verso il fiume vedo due costruzioni di rami e tavole, con del fogliame intorno; mi dirigo verso una di queste sperando di sedermi un po’ all’ombra e godermi il fiume... Quando arrivo in prossimità della costruzione mi sporgo per vedere se c’era qualcuno chiedere se potevo sedermi un attimo, non c’era nessuno... mi misi a sedere».
«Qualche secondo dopo, all’improvviso un uomo nudo dalla altra parte del fiume mi grida “Vattene”... lì per lì non capivo cosa dicesse poi una volta attraversato il fiume mi ha raggiunto ed ha iniziato ad inveire: «Vai via di qua, qua non ci puo stare sei sulla mia proprietà». Era nudo e con un bastone di un metro circa in mano. Poi l’uomo nudo ha fatto un segno ad altri tre signori i quali ci hanno raggiunti».
«Al di là della spiacevole situazione di trovarsi di fronte un uomo nudo con un bastone che ti urla vattene, il dubbio mi è venuto – scrive il lettore – Forse mi trovo in un’areanudista? Beh, se così fosse, basta mettere qualche segnale che indichi alle famiglie che a poche centiania di metri c’è una zona nudista...»
Nessun problema sul nudismo in sé ma il problema resta quello dei presunti diritti di proprietà dell’area, segnalata da una circonferenza di pietre intorno alla capanna.
«Ma come può una persona essere libera di aggredire uno sconosciuto che per caso passa di lì» – si chiede il lettore – Forse il "verme nudo" abita da quelle parti ed ha delle agevolazioni per cui tutto gli è dovuto? Mi ha minacciato e cacciato a malo modo perché mi sono fermato in quel punto del fiume, dove lui si è costruito la capanna e pertanto tutto ciò che la circonda è di sua proprietà?»
Ribadendo poi che «la Forestale è daccordo, basta che ci tenga pulito! Pulito da cosa, è il greto del fiume?»
«La presenza di alcuni gruppi di nudisti – conferma il sindaco Luca Bolondi – è una voce che gira da almeno vent’anni, ma non ci risultano baracche o strutture abusive. Comunque, certamente provvederemo a dei nuovi controlli con la polizia municipale.
Lo stesso ex sindaco di Canossa Enzo Musi, conferma quanto detto due anni fa proprio alla “Gazzetta”: «Se non disturbano non ci possiamo far nulla, ma parlare di proprietà privata o di baracche non è certo possibile. Già negli anni ’90 avevamo fatto abbattere casupole e baracche sulle rive dell’Enza, ma non escludo che in questi anni ci siano stati altri “insediamenti” abusivi.