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Unioni gay, Vecchi su Strasburgo: «Riforma di civiltà»

REGGIO EMILIA. La condanna di Strasbugo all’Italia per il mancato riconoscimento delle unioni civili «suoni come una sveglia». È l’auspicio del sindaco, Luca Vecchi secondo cui, come scrive sul suo...

22 luglio 2015
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REGGIO EMILIA. La condanna di Strasbugo all’Italia per il mancato riconoscimento delle unioni civili «suoni come una sveglia». È l’auspicio del sindaco, Luca Vecchi secondo cui, come scrive sul suo profilo Facebook, «non se ne può più di procrastinare questa riforma. Una riforma di civiltà». Proprio il primo cittadino reggiano era stato tra i sindaci che, lo scorso marzo, aveva trascritto nel registro comunale le nozze di due coppie gay sposate all'estero. L’atto era stato poi annullato dal prefetto, secondo le disposizioni del Ministero dell’Interno, che aveva inoltrato una circolare a tutte le prefetture d’Italia invitando a considerare illegittime le trascrizioni. Emanuela Lanzerotti e Conchita Nicolao, la prima coppia reggiana che, dopo il matrimonio a Faro, in Portogallo, nel 2013 aveva ottenuto la trascrizione in Comune da parte del sindaco, salvo poi subire anche l’annullamento, aveva annunciato anche l’intenzione di fare ricorso. La Corte europea dei diritti dell'uomo ha condannato ieri l'Italia per la violazione del diritto al rispetto della vita privata e familiare di tre coppie omosessuali, che da anni vivono insieme in una relazione stabile. E ha stabilito che lo Stato dovrà versare a ognuno di loro 5 mila euro per danni morali.