Gazzetta di Reggio

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Il progetto di rilancio dell’ex Gasometro che non vedrete mai

Il progetto di rilancio dell’ex Gasometro che non vedrete mai

Per la riqualificazione servono quattro milioni di euro: si punterebbe su rinnovabili, bike sharing e veicoli elettrici

23 luglio 2015
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REGGIO EMILIA. Il progetto è chiuso in un cassetto del Comune sin dal 2011, accantonato per mancanza di fondi. Per renderlo esecutivo servono infatti circa quattro milioni di euro. Troppi in tempi di vacche magre come questo. E il parcheggio dell’ex Gasometro, al quale solo pochi giorni fa sono state serrate tutte le porte con lucchetti e fiamma ossidrica, sembra destinato a restare ancora a lungo in preda al degrado. Una superficie complessiva di 10.360 metri quadri, di cui solo 2.590 destinati alla sosta. Il resto? Una struttura polifunzionale, dove per ogni piano era prevista una specifica destinazione.

È questo il cuore di un progetto che difficilmente vedrà la luce, “sogno proibito” di Roberto Badalotti, ad di Til, che attraverso il consorzio Tea gestisce la sosta della struttura. Ora gratuita, sebbene accessibile al solo piano terra. «Servirebbe un finanziamento del ministero dell’Ambiente. Sarebbe importante recuperare il fabbricato», ammette Badalotti, che da sempre spera nella riqualificazione dell’edificio.

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Alla base dell’intero progetto, un impianto fotovoltaico da 300 kilowatt, posto al secondo livello. È qui che verrebbe stoccata energia destinata ai mezzi elettrici, che troverebbero un loro deposito nel primo piano. Nell’unico livello sotterraneo, invece, 25 magazzini per i commercianti del centro, che proprio utilizzando i veicoli elettrici potrebbero trasportare le proprie merci nei rispettivi negozi.

Nel piano terra, 96 posti auto, con la possibilità di interscambio con i Minibù. Sull’ultimo livello, invece, oltre all’impianto fotovoltaico erano contemplati uffici della stessa Til, che all’ex Gasometro avrebbe spostato la propria sede. Nel progetto, infine, anche trenta postazioni per il bike sharing.

«È un progetto di riuso che rappresentava un unicum, forse troppo all’avanguardia - aggiunge Badalotti – ma per noi resta la soluzione ideale. Il fabbricato va gestito h24. Per questo il suo futuro non può che essere polifunzionale». (e.spa.)