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Iaquinta, incidente probatorio per la consulente intercettata

Iaquinta, incidente probatorio per la consulente intercettata

Prima dice, durante una conversazione intercettata, che ha ricevuto denaro da Giuseppe Iaquinta. Poi, una volta sentita dopo il suo arresto, smentisce quelle parole

24 luglio 2015
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REGGIO EMILIA. Prima dice, durante una conversazione intercettata, che ha ricevuto denaro da Giuseppe Iaquinta. Poi, una volta sentita dopo il suo arresto, smentisce quelle parole. Ora, la consulente bolognese finita nell’inchiesta Aemilia sull’organizzazione contro l’ndrangheta emiliana verrà sentita in incidente probatorio.

E’ quanto ha richiesto, e ottenuto, il legale dell’imprenditore edile di Reggiolo Giuseppe Iaquinta e del figlio, l’ex calciatore Vincenzo Iaquinta, Carlo Taormina.

Ritiene che il passaggio che anticipa il processo sia fondamentale per chiarire la posizione dell’imprenditore, ma anche quella del figlio. Sotto accusa, sempre per le parole della Tattini intercettata, c’è anche un incontro che la donna diceva esserci stato a Reggiolo alla presenza dei due.

«Ma quel giorno Giuseppe Iaquinta era in Calabria, mentre il figlio al matrimonio del calciatore Bonuncci» fa notare l’avvocato Taormina. Giuseppe Iaquinta era stato arrestato la notte del 28 gennaio durante l’esecuzione di quelle 117 misure scattate sull’indagine della Dda di Bologna. Per scarcerarlo era servita la revoca dell’ordinanza da parte dello stesso gip Alberto Ziroldi. Ma è in attesa di quanto deciderà la Cassazione dopo il ricorso presentato dalla procura antimafia. Lui come il figlio hanno ricevuto l’avviso di conclusioni indagini e dunque rischiano che venga chiesto per entrambi, anche se per situazioni molto diverse, il rinvio a giudizio. Cosa che Taormina con questa mossa vuole scongiurare.