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Il Comune di Bolzano autorizza il burkini nella sua piscina pubblica

Il Comune di Bolzano autorizza il burkini nella sua piscina pubblica

Il caso nel Lido che ha scritto la storia dei tuffi, da Dibiasi ai Cagnotto: copre tutto il corpo e lascia scoperto viso, mani e piedi.

24 luglio 2015
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BOLZANO. Nel resto d'Italia si chiamano piscine, siano esse pubbliche o private. A Bolzano, il Lido è qualcosa di più: un'enorme struttura a due passi dal centro storico, che in questi giorni accoglie anche più di tremila bagnanti al giorno.

I suoi trampolini, nella piscina olimpionica all'aperto e in quella coperta, hanno tenuto a battesimo il Gotha del tuffismo italiano, da Klaus Dibiasi a Giorgio Cagnotto, sino a sua figlia Tania e molti altri.

Questa premessa per dare un contesto alla vera notizia, e cioè che ora  al Lido di Bolzano è ammesso il burkini (parola che unisce burqa a bikini), il costume da bagno velato che lascia scoperto il viso, le mani ed i piedi, pensato per le donne musulmane. Inventato da una stilista australiana di origine libanese - Ahiida Zanetti - l'indumento in poliestere - dal nome indubbiamente appropriato - spopola tra le signore alle prese con precetti religiosi rigidi.

La conferma arriva da Gianni Felicetti, responsabile dell'impianto di viale Trieste per il Comune. "Sì è vero. Il regolamento del Lido è stato scritto parecchi anni fa quando in Alto Adige non vivevano ancora donna musulmane, oppure se erano qui non frequentavano la piscina pubblica. Oggi la realtà è un'altra ed anche noi siamo stati chiamati - giustamente - ad adattarci ai tempi. Quando è iniziata la stagione estiva ci è stato posto il problema da alcune signore desiderose di fare il bagno coperte. L'Ufficio sport ha analizzato la questione, visto il costume e dato il via libera".