«Ma il rinvio potrebbe favorirci»
Il sindaco Cavallaro: nel processo potrebbero entrare anche altre 94 vittime
RUBIERA.
Il sindaco di Rubiera, Emanuele Cavallaro, come già in occasione delle precedenti udienze del processo Eternit Bis, anche ieri mattina era a Torino insieme ad una delegazione dei sindacati e dei familiari delle vittime dell’amianto. A Rubiera, intatti, c’era una delle tre sedi più grandi in Italia della Eternit e solo negli anni ’70 i sindacati si accorsero che molti dipendenti morivano per gli effetti del pericoloso minerale, nonostante i dirigenti, per molti anni, abbiano nascosto la gravità della situazione e il fatto che l’amianto fosse estremamente cancerogeno, soprattutto per le vie respiratorie. Da quando il pm di Torino, Giovanni Guariniello, ha avviato la causa contro i proprietari della grande multinazionale svizzera (l’altro titolare, il belga Louis De Cartier de Marchienne è morto nel 2013) anche la Cgil e il comune di Rubiera hanno seguito passo a passo il procedimento, esultando quando ci fu la prima condanna e poi arrabbiandosi quando nel novembre scorsola Cassazione ha abrogato la condanna per prescrizione del reato di disastro ambientale doloso permanente» ritenendo tale reato prescritto.
Quindi si è dovuto ripartire con il processo Eterenit Bis, con un nuovo capo di imputazione: quello di omicidio di oltre 260 dipendenti degli stabilimenti Eternit.
Ma ieri il giudice, dopo avere respinto le pregiudiziali avanzate dalla difesa dell’imputato sul “diritto alla vita che supera il diritto all'oblio” ha accolto quella del Gup sull’argomento del “ne bis in idem” non si può essere processati due volte per lo stesso reato. Ma, chiaramente, il Pm Guariniello insiste che, questa volta Stephan Schmidheinyt è imputato di un altro reato, cioè quello di omicidio.
«Sarà dunque la Corte Costituzionale a decidere se l'erernit bis lede il diritto dell'accusato a non essere processato due volte per lo stesso reato – spiega il sindaco di Rubiera, non del tutto sorpreso di questa nuova sospensione – «Paradossalmente questo percorso potrebbe permettere ad altri casi, anche di Rubiera, di rientrare nel processo. Speriamo soltanto che facciano presto».
Il dubbio, infatti, è che la decisione della Corte Costituzionale arrivi fra molto tempo, rimandando, quindi, la ripresa del processo alla Calende Greche. «Aggiungerei – conclude quindi il sindaco Emanuele Cavallaro – che spero che questo passaggio “supremo” tolga poi ogni dubbio per tutto il resto del processo. Mi auguro possa essere utile anche per le iniziative reggiane. Che quindi non sia “tempo perso” ma il modo di avere una strada sicura su cui procedere fino alla fine del procedimento giudiziario» ( f.d.)