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Visita al villaggio di Neve Shalom

Visita al villaggio di Neve Shalom

La delegazione di Istoreco nel paese israeliano gemellato dal 1994

25 luglio 2015
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NOVELLARA. A tremila chilometri da casa, per trovare i vecchi amici profeti e sperimentatori di pace. Ieri un gruppo reggiano – in Israele con un viaggio di studio di Istoreco – ha visitato il villaggio agricolo di Nevé Shalom, dal 1994 gemellato con il Comune di Novellara: in questi 21 anni ci sono stati scambi e collaborazioni, un poco diradate negli ultimi anni ma comunque sempre presenti nonostante le difficoltà generali.

Neve Shalom Wahat Al-Salam, che in ebraico e in arabo significa “Oasi di pace”, è un villaggio comunitario agricolo nato nel 1972 per portare avanti la coesistenza pacifica fra popolazioni e e religioni. Dal primo giorno ha avuto abitanti ebrei, musulmani, cristiani e atei, radunati attorno a una figura di grande fascino, quella del fondatore Bruno Hussar, frate domenicano italo-ungherese di origine ebraica.

Dal 1994 è appunto gemellata con Novellara, e al momento di organizzare il viaggio in Israele, Istoreco ha pensato di inserire in programma una visita al villaggio, avvenuta ieri con la presenza degli “inviati” novellaresi Luciana Boccaletti e Manlio Pugliese, che hanno portato con sé una lettera del sindaco di Novellara Elena Carletti.

Il gruppo reggiano ha visitato il villaggio accompagnato dalla guida Bob Mark, americano che dall'inizio vive a Neve Shalom dove lavora come insegnante. Alla fine dell'incontro, la Boccaletti e Pugliese hanno consegnato la lettera scritta dal sindaco Carletti, dove la prima cittadina ha sottolineato quanto l'esempio di Neve Shalom sia importante e sempre presente nelle politiche sociali novellaresi, un vero «faro», un modello di convivenza. Bob Mark ha spiegato come Neve Shalom abbia attivato un progetto di volontariato internazionale che prevede un periodo di sei mesi nel villaggio israeliano, per conoscere da vicino le pratiche comunitarie e di vivere comune che sono al centro del paese da 43 anni a questa parte.

Questo potrebbe essere un metodo per ravvivare il gemellaggio. E, aggiunge il coordinatore del viaggio di Istoreco Matthias Durchfeld, «anche in Europa potrebbe essere utile avere per sei mesi uno degli abitanti del villaggio, che parli dell'esperienza e di come si porta avanti questo grande obiettivo. Lo scambio tramite il progetto internazionale potrebbe essere un primo passo per ridare energia al legame, e con costi contenuti, in un momento in cui le risorse economiche sono ridotte». Un primo passo, con la visita e la lettera del sindaco, è stato fatto. (adr.ar.)