Altri furti all’ex Montanari «Basta, tolgo il disturbo»
Luzzara: l’imprenditore cremonese che aveva acquistato due capannoni per rilanciare l’azienda ha presentato denuncia ai carabinieri, ma se ne va
LUZZARA. «E’ uno stillicidio». Cosi ha commentato Angelo Bernuzzi, titolare della ditta “Giuseppe Bernuzzi” di Gussola (Cr), dopo aver saputo dell’ennesimo furto di rame nei capannonni della ex Montanari di Villarotta. Il terzo in tre giorni. Alcuni operai che prestano servizio in un’area dell’azienda, sotto le dipendenze della ditta "Bernuzzi" hanno segnalato l’anomala situazione alle forze dell’ordine ma purtroppo i furti sono continuati. Ancora una volta sono stati rinvenuti attrezzi, guaine di gomma abbandonate nei pressi di una recinzione in ferro e pezzi di macchinari sistemati davanti agli ingressi di una centralina.
L’imprenditore cremonese, dopo l’ennesina devastazione alla centrale elettrica, ha deciso di gettare la spugna: «Tolgo il disturbo. Ho capito che a Villarotta, nonostante i miei tentativi di acquisire un ramo d’azienda, di aver fatto un offerta di 1.200.000 euro per l'acquisto di due capannoni dove c’era una linea produttiva pronta a partire, non potrò più lavorare. Troppa burocrazia ma soprattutto troppe complicazioni. Mi dispiace per quei potenziali lavoratori che avrei potuto assumere vista la fame di lavoro che c’è in giro e con una crisi economica tuttora in atto. Ora basta. Ho deciso di spostare l’attività da un'altra parte». Non è soltanto uno sfogo, quello di Angelo Bernuzzi, ma una dura presa di posizione. A far crollare ogni speranza di poter attivare la linea produttiva completa di sfogliatrice e centratronchi sono stati i continui furti di cavi di rame che hanno messo definitivamente fuori uso la centrale elettrica e un vano caldaia. Da sabato scorso, ignoti, muniti di cesoie e forbici, hanno “spolpato” grossi cavi di rame che collegavano la centrale elettrica ai vari reparti produttivi della ex Montanari.
L'azienda, in concordato preventivo, è ormai chiusa e dismessa. I curatori del concordato hanno già fatto sapere che la stragrande maggioranza dei macchinari sono già stati venduti. All'asta telematica aveva partecipato anche l'imprenditore cremonese che però aveva acquistato un impianto dal quale erano state prelevate parti importanti per il ripristino delle quali, oggi, dovrebbe spendere 150mila euro, come si evince dalla denuncia presentata alcuni gionri fa ai carabinieri di Luzzara.