Gazzetta di Reggio

Reggio

COMMEMORAZIONE

Domani la cerimonia con il partigiano Delinger

Domani la cerimonia con il partigiano Delinger

REGGIO EMILIA. Comune e Provincia di Reggio Emilia, confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, associazioni partigiane Anpi, Alpi-Apc, Anppia, Istoreco, Comitato ex operai e impiegati delle Reggiane e...

27 luglio 2015
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REGGIO EMILIA. Comune e Provincia di Reggio Emilia, confederazioni sindacali Cgil, Cisl, Uil, associazioni partigiane Anpi, Alpi-Apc, Anppia, Istoreco, Comitato ex operai e impiegati delle Reggiane e Comitato democratico e costituzionale sono i promotori degli eventi per la commemorazione delle vittime dell'eccidio del 1943: Antonio Artioli, Vincenzo Bellocchi, Nello Ferretti, Eugenio Fava, Armando Grisendi, Gino Menozzi, Osvaldo Notari, Domenica Secchi e Angelo Tanzi.

LA CERIMONIA. La cerimonia si aprirà domani pomeriggio (ore 18) al Tecnopolo in piazzale Europa 1, con la deposizione di una corona alla lapide che ricorda i caduti, alla presenza delle autorità cittadine. Porteranno i saluti il vicesindaco del Comune di Reggio Matteo Sassi e Giammaria Manghi, presidente della Provincia di Reggio.

Seguirà un intervento di Giorgio Uriti, segretario generale aggiunto Fim Cisl Emilia centrale. Concluderà la celebrazione la testimonianza di Livio Piccinini, partigiano “Delinger” al Reparto “Avio” quel 28 luglio 1943.

I FATTI. Il 28 luglio del 1943, a pochi giorni dalla caduta del regime fascista, nonostante l'entrata in vigore di norme molto restrittive sull'ordine pubblico, emanate dal governo Badoglio, che autorizzavano l'esercito e le forze dell'ordine anche a sparare contro ogni assembramento di manifestanti superiore alle tre persone, un corteo tentò di sfilare per le vie della città chiedendo la fine della guerra, chiedendo semplicemente la pace.

Durante la manifestazione, ai cancelli delle Officine Rfeggiane, l'esercito, nel tentativo di interrompere la mobilitazione, aprì il fuoco sulla folla. Nove operai delle Reggiane, tra cui una donna incinta, Domenica Secchi, rimasero uccisi.