Gazzetta di Reggio

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Sulla targa alle Reggiane c’è il via libera di Vecchi

Sulla targa alle Reggiane c’è il via libera di Vecchi

Nel giorno delle celebrazioni, il sindaco apre alla proposta di Rinaldini «Lo spostamento servì a preservarla, ma siamo disponibili a discuterne»

28 luglio 2015
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REGGIO EMILIA. «Sulle Reggiane sono in corso importanti progetti di riqualificazione. La lapide? È stata spostata dalla precedente amministrazione, coinvolgendo familiari delle vittime, comitato delle celebrazioni e confederazioni sindacali nella convinzione di tutti che quello fosse il modo migliore per valorizzarla, renderla più visibile e tutelarla rispetto alla sua posizione originaria, più degradata. Ciò non toglie che nel momento in cui verrà gradualmente recuperata l’area si possa ragionare per ricollocare la lapide nel luogo preciso, oppure realizzare qualche altro elemento rappresentativo. Nel frattempo, si può pensare a qualche soluzione temporanea». Così il sindaco, Luca Vecchi, interviene sulla questione sollevata da Tiziano Rinaldini, ex dirigente nazionale Fiom, che ha mostrato rammarico per il fatto che la lapide commemorativa dell’eccidio delle Reggiane non si trovi nel punto esatto in cui è avvenuta la strage.

Uno spostamento avvenuto nel 2013, quando il monumento ha trovato collocazione a fianco del Tecnopolo. Lo stesso posto dove oggi si terrà la commemorazione del 72esimo anniversario dell’eccidio, ricordando le nove vittime che il 28 luglio 1943 persero la vita mentre manifestavano per chiedere la fine della guerra. Secondo Rinaldini, il rischio è che si disperda la memoria del luogo esatto in cui è stata commessa la strage, davanti ai cancelli delle Reggiane. Di qui la richiesta di ricordare quei tragici fatti di 72 anni fa anche in via Agosti. Un appello accolto con favore dal sindaco, che ricorda tuttavia come l’area in questione sia privata.

«L’intento di quello spostamento è stato non di rimozione della storia, ma di tutela della memoria, in un contesto della stessa area in cui quei fatti si verificarono – afferma – Credo che quella scelta sia stata corretta». Per Vecchi, «bisognerebbe chiedersi cosa fosse successo se avessimo lasciato la lapide dove si trovava. Un’eventuale distruzione accidentale sarebbe stata una responsabilità ben più grave dello spostamento». Nell’area intanto è prevista la messa in sicurezza dei cantieri 17 e del 18, dove troverà sede il parco dell’innovazione. Un altro progetto prevede la valorizzazione dell’intero archivio. «Di qui a due anni, un’area ora dismessa subirà importanti trasformazioni – conclude Vecchi – Una volta portati a termine, sulla collocazione della lapide siamo disponibili a valutare future soluzioni, per il momento anche di natura temporanea». (e.spa.)