Gazzetta di Reggio

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Illegittimo il blocco dei contratti collettivi

Illegittimo il blocco dei contratti collettivi

Funzione pubblica, lo dice una sentenza della Corte Costituzionale: coinvolti 11.800 reggiani

29 luglio 2015
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REGGIO EMILIA. Una sentenza, quella della Corte Costituzionale che ha dichiarato illegittimo il blocco dei contratti collettivi pubblici, che riguarda oltre 26.000 lavoratori a cavallo del Secchia (14.500 a Modena e 11.800 a Reggio Emilia), «ma che soprattutto torna a dare prospettiva di rinnovo di una categoria, quella della funzione pubblica, che è evoluta e ha bisogno di un contratto al passo coi tempi».

Si esprime così Roberta Roncone, segretaria della Cisl Funzione Pubblica Emilia Centrale in merito alla recente pubblicazione delle motivazioni per cui è incostituzionale il blocco dei contratti pubblici, «un blocco che perdura dal 31 dicembre del 2009 (Governo Berlusconi) e che era di fatto divenuto strutturale».

Benefici economici sul pregresso per i lavoratori?

«No - spiega la sindacalista - la sentenza non è retroattiva. Non è il blocco che in sé ad essere dichiarato incostituzionale, cosa che in passato per motivi di finanza pubblica era già successa occasionalmente, ma lo è il fatto che tale blocco della contrattazione fosse divenuto strutturale e sei anni, in tal senso lo sono. Per usare le parole della consulta il blocco sistematico della contrattazione sconfina in un bilanciamento irragionevole tra libertà sindacale ed esigenze di controllo della spesa».

Quale è quindi la portata di questa sentenza?

«Non solo c'è un problema evidente mancato adeguamento della retribuzione di questi lavoratori a fronte dell'aumentato costo della vita ma è un sentenza rivoluzionaria perché entra merito dell'articolo 39 della Costituzione sul diritto alla libertà sindacale nel nostro Paese. Questo diritto è stato violato e, quindi, è venuto meno il ruolo della rappresentanza dei sindacati. La Corte scrive che “il sacrificio del diritto fondamentale tutelato dall'articolo 39 della Costituzione non è più tollerabile”».

Quindi le prospettive, oltre agli aspetti economici, quali potrebbero essere?

«Un nuovo contratto del lavoro per la funzione pubblica significherà adeguamento delle retribuzioni, ma prima di tutto crediamo che sia lo strumento per ringiovanire la stessa organizzazione del lavoro. Un contratto più moderno vorrà dire regole efficienti, meno burocrazia, un nuovo mansionario… tutti aspetti necessari all'organizzazione del lavoro pubblico che si è evoluto e deve potere continuare ad evolversi con regole al passo dei tempi». (g.a.)