Tentato rapimento, il padre del bimbo: «Ora abbiamo paura per i nostri figli»
Le reazioni dopo l’episodio di via Bligny a Reggio Emilia: «La Polfer aveva fermato due persone ma non erano loro»
REGGIO EMILIA. «Adesso mia moglie ha paura. Nel quartiere ci siamo sempre trovati bene, ma ora è tutto diverso. Cosa succederà quando riprenderanno le scuole? I nostri bambini vanno tutti al polo scolastico che c’è qui. Spero che quanto accaduto non venga preso alla leggera e che si indaghi per trovare quella coppia».
Il giorno dopo la denuncia del tentativo di rapimento del loro bambino, Antonio e la moglie sono ancora più determinati: vogliono che vengano identificati l’uomo e la donna che hanno tentato di portare via il figlio. «La polfer - spiega il genitore - aveva bloccato due persone in stazione poco dopo la nostra denuncia. Hanno portato mia moglie a vederle, attraverso la porta della biglietteria. Ma, purtroppo, non erano loro».
Marito e moglie pensano e ripensano a quello che è successo, ripercorrono insieme i fatti in successione. Con la donna che cerca di ricordare particolari in più che possano essere utili agli investigatori, che anche ieri mattina sono tornati sul luogo dell’accaduto: via Bligny, quartiere Santa Croce, a due passi dalla stazione degli autobus. «Guardi - racconta l’uomo - oggi mia moglie è rimasta al bar con me tutto il giorno. Non se l’è sentita di tornare a casa da sola verso le 15 come faceva di solito. Ha paura. E abbiamo anche tagliato i capelli al bambino. Il nostro timore è che se quei due ci riprovino. Così, almeno, non lo riconosceranno».
I due genitori, da qualche tempo, sono titolari di un bar a San Martino in Rio. Una condizione lavorativa che impone loro di fare la spola, avanti e indietro dalla Bassa, ogni giorno.
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Martedì, la donna era appena scesa dall’autobus con figlio più piccolo, 2 anni appena, e si era incamminata verso via Bligny per raggiungere casa. Erano circa le 15.15. E’ qui, all’imbocco della via, che ha detto di aver fatto l’inquietante incontro.
«Lei era con il bambino in braccio - ripercorre il racconto della donna il marito - a un certo punto si è accorta di queste due persone, un uomo e una donna. Lui era più indietro e lei avanti. Era solo la donna che parlava. All’inizio mia moglie non ci aveva fatto caso. Poi, si è girata e ha chiesto loro se ce l’avessero con lei. Questa ha tirato fuori il coltello e le ha detto: se non mi dai il bambino ti accoltello. Mia moglie le ha chiesto cosa stesse dicendo e lei lo ha ripetuto. A quel punto, si è messa a urlare».
E’ qui che sarebbe intervenuto un uomo di colore. «La donna ha negato, ha detto che mia moglie aveva capito male. Meno male che c’era quell’uomo. Ha accompagnato Giusy fino alla tabaccheria di via Bligny poi si è allontanato... Secondo me perchè era clandestino, non voleva guai. Ma quei due avevano un passeggino vuoto e dentro delle buste con dei vestitini. Secondo noi volevano cambiare il bambino e poi portarlo via». Particolari e testimonianze su cui ora indaga la polizia.