Campovolo 2015, trecentomila mani al cielo per il trionfo di Ligabue
Tre ore e mezzo di canzoni ed emozioni, davanti a oltre 150 mila spettatori, per festeggiare con il concerto più lungo (e più ricco, 7,5 milioni di incasso) i 25 anni di una carriera piena di successi: e il Liga e lo spettacolo non deludono i fan. Incidenti al rientro: uno è mortale
REGGIO EMILIA. «Ciao, ciao a tutti. Non vedo la fine. Ciao a tutti sulla fiducia. Non ho mai visto come questa volta tante persone che chiedevano un saluto da casa, che per motivi di lavoro chiedevano un saluto da qua. Sarà per la prossima volta».
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Una radio “gracchia” e si sintonizza su una canzone. Poi le braccia al cielo, mentre il riff della chitarra a tracolla dà inizio alla festa con “Balliamo sul mondo”, e le luci del palco avvolgono la sconfinata platea in un’unica grande magia. Sul maxi schermo più grande d'Italia, finalmente compare.
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E subito trecentomila mani levate, in un unico grande battito. Dopo il giro del mondo, il Liga è tornato ancora una volta qui, nella sua casa, per celebrare i suoi primi 25 anni di carriera, i 25 anni dell'album d’esordio “Ligabue” e i 20 anni di “Buon Compleanno Elvis”. Il giorno dei giorni è davvero arrivato. E il popolo del Campovolo regala al rocker di Correggio un’altra notte indimenticabile. Certe notti che solo il Campovolo riesce a regalare. Come nel 2005. Come nel 2011.
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DA ELISA ALLA BOSCHI: I VIP SFILANO AL CAMPOVOLO
«Dopo Campovolo non decido di ritirarmi, perchè se io posso contare su di voi, voi potete contare su di me. Vi chiedo un applauso per quelli che hanno costruito questa ’citta», dice Ligabue dal palco poco prima della fine del concerto.
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Nati per vivere, adesso e qui, in un unico immenso coro di 150 mila voci, che all’unisono intona ogni singolo pezzo, ogni singola strofa, mosaico emozionale di una carriera da record. È il concerto più lungo che il rocker di Correggio abbia mai fatto: quaranta canzoni per oltre tre ore e mezzo di musica. Un incasso record: 7,5 milioni di euro, con una spesa di circa 5 milioni. «Farò anche quelle che cagate meno», scherza il Liga introducendo Radio Radianti.
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E, per ogni pezzo, un cimelio d’epoca, custodito “gelosamente” nella stanza dei ricordi: il gilet indossato per Marlon Brando è sempre lui («il massimo della tamarraggine», ironizza il Liga), le immagini in festa del Bar Mario, il banjo originale di “Non è tempo” per noi, l’inedito live di Radio Radianti.
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Su e giù dal palco, i compagni di viaggio di sempre, a dare vita ad un repertorio sconfinato, coronato da successi. I ClanDestino, La Banda, il Gruppo, che si alternano in un flusso ininterrotto di musica e parole in tre differenti set. Tutto ebbe inizio qui, venticinque anni fa, nel 1990, quando dall’officina musicale messa in piedi con i ClanDestino nacque l’album d’esordio.
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Fa un freddo cane la notte al Campovolo, ma non per i 150 mila fans, che urlano contro il cielo inseguendo quei sogni di rock ‘n’ roll che hanno reso la provincia emiliana una terra universale. «Tutte le altre canzoni sono figliocce di questa», ricorda il rocker. Il Liga sorride. E, grato, imbraccia per loro ancora la chitarra, attraversando di nuovo la lunga passerella di settanta metri, fino ad abbracciarli tutti.
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Altro giro, altro regalo. E’ il 1995. “Buon Compleanno Elvis”, l’album dei record, dove torna prepotentemente in scena tutta la forza della Banda: Robby "Sanchez" Pellati alla batteria, Fede Poggipollini e Mel Previte alle chitarre, Antonio "Rigo" Righetti al basso. Il Liga si “traveste”, mentre ovunque spuntano immagini di Elvis Presley, icona del rock ‘n´roll.
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“Vivo morto o X”, “Hai un momento Dio?”, “Viva”. Come per l’album d’esordio, la scaletta è «obbligata». Così la definisce sul palco lo stesso Liga, mentre si sussegue la tracklist originale del disco.
Su “Leggero" il cielo si riempie delle coreografie dei fans, in un tripudio che circonda tutta la durata del concerto, dove si passa dall’intimismo della storiche ballate alla carica dei brani puro rock, tra cartelloni, dediche, accendini e smartphone accesi, ad illuminare l’infinito.
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C’è sempre una canzone. E, dietro ogni canzone del Liga, c’è sempre un mondo da scoprire. Il suo Giro del Mondo il rocker partito da Correggio lo ha compiuto con Il Gruppo: Michael Urbano alla batteria, Fede Poggipollini e Niccolò Bossini alle chitarre, Davide Pezzin al basso e Luciano Luisi alle tastiere.
La pagella. Abbiamo dato i voti al concerto: dal palco alla qualità audio, dai bagni ai rifiuti. Leggete e dite la vostra cliccando qui
IL RIENTRO - UN INCIDENTE MORTALE
Ancora un colpo all’anima dei 150 mila presenti, mentre il mega impianto da oltre 560 casse e 19 torri acustiche sfonda di note il muro del suono e continua a far sognare la folla. Con la scusa del rock ‘n’ roll e con la sua potenza da due milioni di watt. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.12126534:Video:https://video.gelocal.it/gazzettadireggio/dossier/campovolo-2015-speciale-ligabue/campovolo-2015-live-ligabue-canta-buon-compleanno-elvis/47025/47121]]
E’ in gran forma, Ligabue, che canta la sua vita come sembra non abbia fatto mai, perennemente a cavallo tra palco e realtà, tra un passato di successi e un futuro di progetti che, per il momento, non intende svelare.
Perché prima c'è il presente, la magia di questa notte indimenticabile. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.12121109:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/reggio/cronaca/2015/09/19/news/campovolo-2015-trecento-malori-per-il-caldo-in-attesa-del-concerto-di-ligabue-1.12121109]]
Centocinquantamila piccole stelle che qui a Reggio hanno trovato il loro cielo, come un dono che solo i veri artisti sanno regalare, come un'emozione che tutti i 150 mila fans non smettono di sognare.
In “Buonanotte all’Italia”, sul maxischermo le immagini delle persone care al Liga, scomparse nel corso degli anni: il padre Giovanni “Giuanin” Ligabue, il primissimo manager, Angelo Carrara, il grande Feiez.
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Poi via veloci con altri grandi successi, alternando giochi di luci, frasi, zoom sul palco e sui musicisti: “A modo tuo”, “Sono qui per l’amore, questa è la mia vita”, “A che ora è la fine del Mondo”, “Si viene e si va”. Il mediano si è scoperto attaccante. E partendo dai suoi sogni, in 25 anni di carriera ha dato forma a un mondo. Quel mondo che il suo popolo non si stanca di ascoltare. Ancora al Campovolo, per un’altra notte entrata nella storia. Ancora qui. Certe notti qui, certe notti qui... dove il meglio può sempre avvenire.
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E, alla fine, dopo tre ore e 40 minuti di concerto, un altrettanto indimenticabile spettacolo di fuochi d'artificio.
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