Bimba di 13 mesi morde fungo velenoso
Baiso: i genitori intervengono prima che lo ingoi, è ricoverata in osservazione. Il papà: «Sta bene, ma fate attenzione»
BAISO. I primi passi di una bambina di appena 13 mesi nel giardino di casa hanno rischiato di trasformarsi in una tragedia quando la piccola, guidata dall’istinto e dalla curiosità che caratterizzano l’infanzia, ha allungato la manina, afferrato un fungo che spuntava dal terreno e lo ha messo in bocca. Grazie alla prontezza di mamma e papà si è evitato il peggio: quel fungo è velenosissimo. Tutto è successo mercoledì intorno all’ora di pranzo in una casa di Baiso.
A raccontare l’accaduto, ora che si può tirare un grosso sospiro di sollievo, è papà Paolo Monzali, conosciuto anche per essere titolare della scuolaguida omonima di Castellarano. «Eravamo fuori io e la mia compagna con la piccola. Sta facendo i primi passi. Improvvisamente ci siamo accorti che si era messa in bocca un fungo» racconta. Sono stati attimi di autentico terrore. I due genitori hanno estratto dalla bocca della piccola il pezzo di fungo, poi si sono subito messi in marcia per il pronto soccorso dell’ospedale di Sassuolo.
Il caso è stato trattato con tutta la serietà che merita, a partire dall’analisi del fungo addentato dalla piccola.
«Mi hanno detto di portarlo e hanno immediatamente inviato il campione al Centro micologico dell’Arpa di Bologna. Sono stati bravissimi perché hanno capito tutto subito, ci hanno messo davvero poco per darci risposta: dopo solo un’ora hanno comunicato che quel fungo è tossico» spiega.
La piccola intanto era stata ricoverata e sottoposta a tutti gli accertamenti del caso. «Non ci sembrava che avesse fatto in tempo a inghiottirlo, ma non si può mai sapere».
E infatti i medici hanno ritenuto di ricoverate la bambina in osservazione per 48 ore. Ieri mattina, sono arrivate le analisi delle urine, che hanno di fatto escluso che la bambina abbia inghiottito il fungo. Già oggi dovrebbe essere dimessa.
Paolo Monzali ha postato su Facebook una foto del fungo sotto accusa e il racconto di quanto accaduto. «Perché – racconta – tanti genitori magari neanche lo sanno. Invece, anche nei nostri giardini si possono nascondere questi pericoli. E’ andata bene, ma che paura. Fate attenzione».
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