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Vigile licenziato: «Ferrari, nessun contratto con il Pippis»

di Mauro Grasselli
Vigile licenziato: «Ferrari, nessun contratto con il Pippis»

L’avvocato Priola, che difende l'ex comandante della polizia municipale: «Il doppio lavoro non esiste. Solo pettegolezzi. Forse ha fatto la multa alla persona sbagliata»

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VEZZANO SUL CROSTOLO. L’ispettore Mario Ferrari, comandante della polizia municipale di Vezzano fino alla nascita dell’Unione colline matildiche, impugnerà la lettera di licenziamento sostenendo di non avere firmato alcun contratto di lavoro con il Pippis Bar. E’ quanto annuncia il suo avvocato, che tiene a precisare come la vicenda non abbia risvolti di carattere penale. Ieri la questione era sulla bocca di tutti, a Vezzano, dal momento che Ferrari è, ovviamente, molto conosciuto per il lavoro di vigile urbano. Al contempo, la sua presenza al Pippis era un fatto noto: «Lo sapevano tutti – dicono a Vezzano – lo ha sempre fatto alla luce del sole».

Da quanto si è appreso, il licenziamento è arrivato per giusta causa e senza preavviso per aver violato l'obbligo di esclusività. In altre parole, per aver svolto un doppio lavoro. Il 20 ottobre scorso, l'Unione colline matildiche (che comprende i Comuni di Vezzano, Albinea e Quattro Castella) lo ha licenziato perché, oltre al suo ruolo di agente al servizio dell'Unione, da più di due anni lavora come cassiere al Pippis Bar, night club di Vezzano. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.12357847:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/reggio/cronaca/2015/10/30/news/reggio-emilia-il-vigile-urbano-lavora-anche-al-night-licenziato-1.12357847]]

Il licenziamento è arrivato al termine di un iter iniziato alcuni mesi fa, mentre Ferrari era tra l'altro in aspettativa, permesso retribuito legato alla legge 104. Il tutto è nato da due controlli dei carabinieri al Pippis sulla regolarità del personale, effettuati nel giugno 2013 e nel maggio 2014. La posizione di Ferrari era risultata “in regola”, dal momento che i militari avevano accertato l’esistenza di un regolare rapporto di lavoro subordinato con la Kappa Distribuzioni di Rubiera, società che gestisce il Pippis.

I carabinieri avevano informato il sindaco Mauro Bigi, che aveva avviato due provvedimenti disciplinari: il primo, datato 9 ottobre 2013, aveva causato a Ferrari sei giorni di sospensione; il secondo era stato archiviato. Ora è scattata la sanzione amministrativa da parte dell'Unione. Nel frattempo, il corpo intercomunale della polizia municipale Unione colline matildiche aveva segnalato la vicenda alla Finanza e all'Ispettorato del lavoro. Di conseguenza è arrivato il licenziamento, legato «all'infrazione di diverse normative, del codice comportamentale e innanzitutto di un doppio lavoro, peraltro in un locale dove Ferrari avrebbe potuto essere chiamato anche ad effettuare controlli nel suo ruolo di agente di polizia municipale».

Ferrari ha dato mandato all’avvocato Nunziata Priola di far valere le proprie ragioni. «Nessuna indagine della Procura – puntualizza il legale – nessun procedimento penale in corso. E’ una questione civile e limitata al licenziamento, che di sicuro impugneremo».

Come si spiega la vicenda?

«Magari ha fatto la multa alla persona sbagliata. E’ una persona molto conosciuta e stimata del paese».

Lui come l’ha presa?

«E’ sconvolto, anche perché l’ha saputo contestualmente ai giornali. All’ora di pranzo hanno suonato al campanello i giornalisti e circa alla stessa ora ha ricevuto la raccomandata. Ma i fatti contestati non c’entrano con il profilo penale; non c’entra la Finanza, né la Procura. Non ha ricevuto alcun atto, in questo senso. Del resto, io tratto materia civile e diritto del lavoro».

Come valuta la questione?

«Non ho ancora avuto modo di vedere le carte».

I sindaci dell’Unione dicono: l’avevamo già avvisato, non poteva fare il doppio lavoro.

«Se così fosse, sarebbe omissione di atti d’ufficio da parte loro. Se lo sapevano da tempo, e se ritenevano la cosa tanto grave, perché non l’hanno licenziato prima?»

Ma il suo cliente ha (o aveva) oppure no un contratto con il Pippis?

«Nessun contratto con il locale. Non esiste alcun contratto. Non ho visto le carte, ma lui contesta questi fatti. Il doppio lavoro non esiste, il contratto non esiste».

Come imposterà la difesa del suo cliente?

«Abbiamo in mano solo la lettera di licenziamento. Partiremo valutando quella. Lo incontrerò nei prossimi giorni, ma credo che sulla vicenda vi siano solo dei pettegolezzi».

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