Gazzetta di Reggio

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Sant’Anna, torna in bilico il futuro del punto nascite

di Evaristo Sparvieri
Sant’Anna, torna in bilico il futuro del punto nascite

Presentata ieri la bozza del piano. Deroghe per le strutture con pochi cesarei Ma l’ospedale di Castelnovo ha una delle percentuali più alte in regione: 32,2%

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CASTELNOVO MONTI. Una percentuale di cesarei primari pari al 32,2% su 151 parti nel 2014. Numeri del punto nascite del Sant’Anna, illustrati ieri in Regione nel corso della commissione sanità, dove è stato presentata la bozza del piano di riorganizzazione della rete ospedaliera. Cifre che, nonostante le rassicurazioni dei giorni scorsi dell’assessore regionale alla Sanità, Sergio Venturi, sembrano far tornare fortemente in bilico il futuro del punto nascite del reparto di Ostetricia dell’ospedale castelnovese, dal momento che, secondo indiscrezioni, proprio Venturi avrebbe escluso possibilità di deroghe per strutture che non superano i 500 parti l’anno e che non rispettano determinati requisiti. Nulla è stato deciso. E il piano tornerà fra un paio di settimane in commissione. Ma fra i requisiti richiesti, oltre a indicatori di carattere geografico, ci sarebbe anche una bassa percentuale di cesarei. Con il 32,2% di cesarei primari, secondo i dati diffusi, il Sant’Anna è invece secondo in regione, superato solo dal punto nascite di Borgo Val di Taro, dove la percentuale raggiunge quota 35,3% (su 166 parti).

Quanto ad altri servizi, il Sant’Anna non risponde neanche al requisito richiesto per il trattamento chirurgico delle fratture di femore, non raggiungendo, assieme a Scandiano e Montecchio, la soglia minima dei 75 casi l’anno.

Quel che è certo, comunicato ieri dallo stesso assessore regionale, è che in tutta la regione «tra il 2012 e il 2015 la dotazione di posti letto si è ridotta di 1.725 unità», e che «entro dicembre 2016 dovrà realizzarsi un calo di almeno 815 posti letto, passando dai 18.145 attuali (tenendo conto del tetto in riduzione per privato accreditato) a non più di 17.330».

Una rimodulazione che sarà affrontata sulla base di diversi parametri. Fra questi, anche il raggiungimento del 90% del livello ottimale di occupazione media dei posti letto, considerata ideale nel rapporto fra posti letti occupati e vacanti. Percentuale che in tutta la nostra provincia non viene raggiunta, aprendo così la strada all’ipotesi di una riorganizzazione attraverso la possibilità di posti letto definiti “superabili”. In regione, nel 2014, il dato medio è stato del 84%. A Reggio è più basso. Nell’intero presidio ospedaliero reggiano, infatti, nel 2014 sono stati occupati mediamente 613,83 posti letto, per un totale di 167.147 giornate e una percentuale del 74,6%. Percentuale in base alla quale sono 61 i posti letto “superabili”. Per il Santa Maria, invece, i posti letti mediamente occupati sono stati 799,83 per 229.695 giornate, con una percentuale del 78,6%. In questo caso, sono stati quantificati in 43 i posti letti definiti superabili.