Lavanderia condominiale per settanta appartamenti
Reggio Emilia, è stata allestita in via Pansa. L’amministratrice Cristina Denti: «Il risparmio energetico è davvero notevole»
REGGIO EMILIA. Basta slip e magliette stese sul termosifone da fare sparire in un nanosecondo in caso di visite impreviste. E stop all’umidità che appanna specchi e vetri quando la biancheria non ne vuole sapere di asciugarsi e gli ambienti sono mini. Ora i panni sporchi non si lavano più in casa, e non solo metaforicamente parlando.
Nasce la lavatrice condominiale: tre lavatrici e altrettante asciugatrici in grado di soddisfare le esigenze di una settantina di appartamenti distribuiti tra i civici 53 e 45 di via Pansa, a pochi passi dal centro. Se a New York è un’abitudine consolidata, a Reggio Emilia si tratta al momento di un’esperienza pilota che sta già destando curiosità e interesse. E la notizia è che sono tutti d’accordo: una condomina ha fatto la proposta e l’ok è arrivato all’unanimità. Anche grazie a Cristina Denti, titolare dello Studio amministratori condominiali Ddl, che a questa possibilità pensava da un paio d’anni. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:foto-e-video:1.12519281:MediaPublishingQueue2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/reggio/foto-e-video/2015/11/27/fotogalleria/a-reggio-emilia-la-prima-lavanderia-condominiale-le-foto-1.12519281]]
La lavanderia è stata allestita in una sala al piano ammezzato che hanno per l’appunto in comune i numeri civici 53 e 45 di via Pansa. Una settantina di appartamenti occupati in gran parte da single o giovani coppie. Una scelta economica innanzitutto, ma anche ecologica, che pur se in fase di rodaggio sta funzionando perfettamente.
Al momento nella nuova lavanderia trovano posto tre lavatrici e altrettante asciugatrici a gettone concesse in comodato gratuito dall’azienda bolognese Pasvens. A giorni arriveranno i dispenser dei detergenti. E a seguire arriverà anche un paio di divanetti per rendere l’ambiente più “vissuto” e permettere magari ai condomini di attendere che le macchine finiscano il loro compito leggendo un libro, lavorando al computer e, perché no, facendo nuove conoscenze. Perché se il co-housing è un modello abitativo emergente, la lavanderia condominiale diventa un vero e proprio concetto abitativo. E come tale ha bisogno di interlocutori con una certa sensibilità. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.12519289:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/image/contentid/policy:1.12519289:1649477462/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]
«Si tratta per la maggior parte - spiega Cristina Denti - di appartamenti affittati: la lavanderia condominiale porta dei vantaggi sia ai proprietari sia ai condomini. Le spese per acqua e luce subiscono un netto ridimensionamento e i proprietari, dal momento che in molti casi si tratta di appartamenti ammobiliati, non devono ogni tre quattro anni cambiare la lavatrice. Per non parlare dell’asciugatrice che costa parecchio e occuperebbe spazi che magari nemmeno ci sono». Tutto talmente convincente che qualcuno in zona... ha già chiesto ospitalità.