La Venturini Baldini venduta agli inglesi Sorgerà un albergo
Quattro Castella, ceduta a una holding per 5 milioni di euro Il nuovo obiettivo: puntare sul turismo enogastronomico
QUATTRO CASTELLA. Una piccola perla del territorio reggiano, l’azienda agricola Venturini Baldini di Roncolo di Quattro Castella, è stata ceduta ad una holding inglese. L’investimento (si parla di cinque milioni di euro) servirà a rafforzare l’attività imprenditoriale di carattere enologico ma anche ad avviare un progetto di ricettività turistica in questo punto nevralgico delle terre matildiche.
L’operazione, che è stata formalizzata alcuni mesi fa, è stata illustrata ieri in un incontro svolto alla presenza del sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Sandro Gozi e delle massime autorità cittadine, fra cui il Prefetto Raffaele Ruberto, il vescovo Massimo Camisasca, il questore Isabella Fusiello, il comandante provinciale dei carabinieri Antonino Buda, i sindaci del Comune castellese Andrea Tagliavini e di Reggio Luca Vecchi, oltre ai vertici di Unindustria Mauro Severi e Giovanni Roveda. Ad accogliere gli ospiti l’amministratore delegato della nuova srl, Monica Franceschetti, affiancata dal capofila della nuova proprietà, l’ingegnere Giuseppe Prestia, e dal presidente di Wine&Food Advisor, Lorenzo Terzi, che ha intessuto l’intreccio dei rapporti che hanno portato all’intesa con la famiglia Venturini Baldini che da quattro decenni possedeva la magnifica tenuta. La finanziaria londinese - ha precisato la Franceschetti - ha un progetto ben definito che si propone di elevare ulteriormente la qualità dei vini che derivano da queste magnifiche colline, dal Lambrusco alla Malvasia ad un nuovo spumeggiante “Quaranta”, offerto in assaggio, che richiama il periodo di conduzione dei precedenti proprietari. Ma nel contempo intende avviare, con la dotazione di 25 camere, un programma di ospitalità rivolto ai turisti che da tutto il mondo vengono in visita ai castelli di Matilde».
A tale scopo «sono già stati avviati lavori di adattamento della storica residenza estiva secentesca della famiglia Manodori e delle strutture adiacenti che comprendono «una acetaia dalla quale viene ricavato un gustosissimo Balsamico Tradizionale Reggiano» come ha spiegato il presidente dell’omonimo Consorzio Andrea Bezzecchi.
Dopo l’affermazione nei settori manifatturieri meccanici il nostro territorio può dunque cercare di aprirsi a forme imprenditoriali alternative - hanno detto all’unisono i sindaci Tagliavini e Vecchi - con iniziative estremamente preziose in un periodo di faticosa e lenta ripresa dell’economia. Ed il Governo - ha assicurato l’onorevole Gozi - sarà impegnato a difendere tutto ciò che viene garantito dal marchio “made in Italia”. Il passaggio di testimone fra vecchia e nuova proprietà ha interessato un’area di circa 135 ettari dentro la quale si snodano una ventina di chilometri di percorsi sterrati affiancati da una serie di splendidi vigneti.
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