Gazzetta di Reggio

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Skinheads, anche il consigliere comunale di Reggiolo Manuel Negri tra i sei denunciati

Skinheads, anche il consigliere comunale di Reggiolo Manuel Negri tra i sei denunciati

E’ accusato di concorso in minacce gravi ma si difende «Mai partecipato alle azioni contro Caritas e Pd». Il sindaco Angeli: «Atti e dichiarazioni gravissimi e inconcebili»

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REGGIOLO. Tra le sei persone denunciate per concorso in minacce gravi, a seguito delle indagini della Digos guidate dal dirigente Lucio Di Cicco e coordinate dal sostituto procuratore Maria Rita Pantani, ci sono anche due reggiolesi, di cui uno è Manuel Negri, già candidato sindaco e ora capogruppo di “Ricostruiamo Reggiolo”. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:reggio:cronaca:1.12508051:gele.Finegil.StandardArticle2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/reggio/cronaca/2015/11/25/news/reggio-emilia-skinheads-contro-lo-ius-soli-attacco-alle-sedi-pd-e-alla-caritas-1.12508051]]

Questi gli sviluppi investigativi sui tre episodi registrati a Reggio Emilia e provincia negli ultimi tre mesi: tre attacchi di matrice di estrema destra contro sezioni di Pd, Caritas e Dimora di Abramo per l’accoglienza ai migranti.

Ma il consigliere di minoranza si difende: «Non ho mai partecipato alle azioni contro Caritas e Pd. Nel corso dell’interrogatorio ho solo dichiarato di condividere i contenuti politici esposti in striscioni e manifesti formato A4 da parte dei militanti di “Progetto Nazionale” o da Veneto Fronte Skinheads, tra l'altro appesi con nastro adesivo anziché colla per evitare il reato di “imbrattamento”. Credo si stia facendo di tutta l'erba un fascio. Regna un clima da caccia alle streghe. Ritengo inoltre che l'ipotesi di reato di cui mi si accusa, ovvero le “minacce”, o di avere svolto un ruolo di “supporto morale”, sia solo un tentativo di processare le idee».

A questo proposito Matteo Bragantini, parlamentare del Movimento “Fare! Con Tosi” ha presentato un’interrogazione parlamentare al ministro dell'Interno, e sulla sua personale pagina di Fb ha espresso solidarietà ai 6 denunciati: un 39enne e un 41enne di Reggiolo, un 32enne di Verona e 3 mantovani: un 22enne di Borgo Virgilio, un 26enne e un 27enne di San Benedetto Po.

«Ognuno è libero di esprimere la propria opinione e di manifestare, ovviamente nel rispetto delle persone e delle cose. Per questo – scrive Bragantini – esprimo solidarietà ai 6 appartenenti al “Veneto Fronte Skinheads” denunciati nei giorni scorsi dalle autorità per aver semplicemente affisso cartelli e sagome tricolori davanti a sedi del Pd e della Caritas di diversi Comuni del Nord Italia. I manifestanti denunciati, che hanno pure subìto perquisizioni nelle proprie abitazioni, avevano semplicemente espresso dissenso nei confronti dello ius soli, protestando contro il Governo e manifestando contro “l’annientamento dell’identità italiana”».

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Il 25 novembre sagome di cartone a forma di uomo a terra dipinto con i colori della bandiera nazionale e volantini formato necrologio sono stati ritrovati nelle sedi Caritas e Pd. Si è poi arrivati ai presunti autori degli episodi del 16 settembre scorso contro la bacheca Spi Cgil di Rolo e sulle porte delle sede Prc, sulla bacheca dell'ex municipio di Reggiolo e all’Anpi di Fabbrico, dove venne trovato un manifesto con scritto “Resistenza? Infami”. Per questo episodio, il reato è di diffamazione.

La reazione del sindaco Roberto Angeli. Subito dopo aver appreso della denuncia del consigliere comunale di opposizione Manuel Negri, il sindaco di Reggiolo Roberto Angeli ha convocato d’urgenza il gruppo di maggioranza: «Atti e dichiarazioni come quelle di Negri – ha commentato Angeli – sono gravissimi e inconcepibili per un consigliere comunale. Questi sono gesti contro la Costituzione italiana e contro la democrazia, che lasciano senza parole: non c’è confronto, ma attacco e apologia del fascismo. Le dichiarazioni rilasciate da Negri durante l’intervista trasmessa ieri sera da Telereggio sono imbarazzanti e, soprattutto, pericolose. Tutto questo sarà al centro del prossimo consiglio comunale».

Lo scorso settembre, dopo le immagini comparse sulla vetrina della sede reggiolese di Rifondazione comunista, che ritraevano partigiani dopo la fine della guerra insieme a una donna catturata e oggetto di scherno, il presidente dell’Anpi di Reggiolo, Ivan Zanoni, aveva parlato del gesto come di un «becero tentativo di riscrivere la storia».