Gazzetta di Reggio

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Uccise la moglie che voleva convertirsi, niente sconti

di Jacopo Della Porta
Uccise la moglie che voleva convertirsi, niente sconti

Brescello: confermata la condanna a trent’anni, la donna voleva lasciarlo e “sposare” il Cristianesimo

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BRESCELLO. Il 19 novembre 2011 aveva ucciso a Sorbolo a Levante di Brescello la moglie, la 34enne Rachida Rida, perché viveva all’occidentale, voleva lasciarlo e convertirsi al cristianesimo. Ieri la Corte d’assise d’appello ha confermato la condanna a 30 anni di reclusione per Mohamed El Ayani. Nessuno sconto, dunque, nonostante la Cassazione avesse disposto di rifare il processo di secondo grado perché non riteneva fondata l’aggravante della crudeltà.

L’avvocato difensore Noris Bucchi aveva infatti sostenuto che l’aver inferto 17 martellate alla donna non fosse sufficiente per contestare l’aggravante, perché l’atto era finalizzato solo, si fa per dire, ad ucciderla.

La suprema corte aveva accolto questa richiesta del legale, e del resto un mese prima aveva ritenuto non applicabile la stessa aggravante anche per un altro imputato che ha ucciso la moglie con modalità simili, il caporalmaggiore dell’Esercito Salvatore Parolisi.

La Cassazione aveva anche chiesto di valutare meglio se la presenza della figlia della coppia al momento del delitto potesse configurare l’aggravante della crudeltà. Ieri mattina il procuratore generale ha chiesto la conferma della condanna, insistendo proprio sul fatto che il delitto venne compiuto di fronte alla bambina di quattro anni. [[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:site:1.12770692:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/image/contentid/policy:1.12770692:1649480323/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

L’avvocato difensore Noris Bucchi ha invece chiesto una riduzione della pena, ricordando la sentenza della Cassazione. Inoltre il legale ha sostenuto che El Ayani non si era accorto della presenza della figlia. La Corte dopo la camera di consiglio ha deciso di confermare la sentenza e l’avvocato Bucchi ha già annunciato, prima ancora di attendere le motivazioni, che farà nuovamente ricorso in Cassazione per far cadere le aggravanti.

La vicenda di Brescello aveva destato grande sconcerto e commozione. Erano le 13.30 del 19 novembre 2011 quando Mohamed El Ayani, 39 anni, si presentò alla stazione dei carabinieri di Poviglio con la figlia di 4 anni in braccio, ancora macchiato di sangue.

«Ho appena ucciso mia moglie a martellate». Nemmeno un'ora prima, a pochi chilometri da lì, in un bilocale al secondo piano di una palazzina di via Manzoni - nella frazione brescellese di Sorbolo a Levante - il facchino marocchino perse il controllo e con una rabbia inaudita uccise a martellate la moglie, la 34enne Rachida Rida, che voleva separarsi e ricominciare una nuova vita con le due figlie di 4 e 10 anni. Ammazzò la moglie, sotto gli occhi impauriti della figlia più piccola mentre l'altra era a scuola. Poi, con calma, prese in braccio la bimba e con la sua auto si diresse verso Poviglio.

Le indagini accertarono che l'uomo scatenò la propria ira nei confronti della moglie in quanto Rachida aveva intrapreso un percorso di conversione al cristianesimo e voleva lasciarlo.