Le imprese sono in crisi: Unifidi taglia 25 impiegati
Le aziende artigiane non restituiscono i prestiti: il consorzio di garanzia è in rosso. Bezzi: «Non sappiamo gli effetti su Reggio ma è necessario riorganizzare»
REGGIO EMILIA. Oltre 7 milioni di perdita nel 2013, altri 8,5 nel 2014 e il 2015 non sarà certo l’anno della riscossa. Sono questi i numeri che racconta l’inesorabile crisi che ha colpito Unifidi Emilia-Romagna, principale consorzio di garanzia per i prestiti concessi alle imprese artigiane che faticano a restituire le somme concesse.
La struttura del consorzio che poggia le sue gambe su Cna e Confartigianato, conta anche una sede a Reggio Emilia: in tutto ha un’ottantina di dipendenti. Ben 25 di questi sarebbero destinati al licenziamento. In questi anni ha contribuito ad arginare la crisi offrendo garanzie per i prestiti alle imprese; adesso, in affanno c'è finita proprio la società, tra le prime in italia con oltre 77.000 imprese associate.
La doccia gelata è arrivata la settimana scorsa, quando il consorzio presieduto da Tiziano Samorè e dove siede come consigliere anche il direttore di Cna Reggio Emilia Fabio Bezzi, ha dato comunicazione ai sindacati dell'apertura dei licenziamenti collettivi.
"Per ora c’è stata la comunicazione, ma non sappiamo ancora come verranno applicati i tagli sul territorio - spiega Bezzi - Certo è che i clienti tra virgolette di Unifidi, hanno avuto dei problemi che si sono riversati poi sul consorzio». Alcune filali sarebbero avviate alla chiusura. Un'alternativa ai licenziamenti tuttora allo studio delle parti è quella degli esodi incentivati, ci si sta lavorando e già dagli incontri in programma la settimana prossima se ne dovrebbe sapere di più.
"L'ultimo incontro nella sede di Bologna coi sindacati c'è stato lunedì scorso, quando l'azienda ha ribadito tutte le proprie criticità in termini di andamento del settore, con conseguente calo dell'attività operativa e dei costi di gestione. Come riportato dalla Fisac-Cgil nel suo sito internet, la manovra interna di risanamento di Unifidi mira anzitutto a «perseguire il riequilibrio tra i volumi di operatività e gli organici, realizzando un efficientamento strutturale complessivo dei costi generali e costi del personale".
La riorganizzazione aziendale in corso, in particolare, tende a superare l'attività svolta presso le filiali, «con conseguente chiusura delle stesse» e «previsione di due soli processi deliberativi (small business e procedura ordinaria)» sull'attività svolta dal consorzio. La riduzione dei deliberanti delle pratiche, in questo senso, dovrebbe farli calare da sei a tre. Ma in ogni caso, i numeri precisi della crisi di Unifidi non circolano.Mauro Gnessi della Fisac avverte: «L'azienda ha grosse difficoltà, stiamo affrontiamo la questione per far sì che i licenziamenti non vengano attuati».