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Elvis Abbruscato, l'ex della Reggiana esordisce come mister del ViaEmilia

Elvis Abbruscato, l'ex della Reggiana esordisce come mister del ViaEmilia

A 35 anni ha deciso di appendere le scarpe al chiodo ma senza abbandonare i campi: "Userò la mia esperienza e porterò tanta passione"

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REGGIO EMILIA. Lo cercò la Reggiana, precisamente Sisto Fontanili, poi non se ne fece più nulla ed Elvis Abbruscato l’anno scorso andò a giocare al Feralpi Salò, società con la quale rescisse nell’ottobre scorso, per poi allenarsi con la Beretti granata di Francesco Salmi fino a gennaio.

Un giorno, mentre stava seguendo i suoi due figli che giocano nel settore giovanile della Reggio Calcio, la società dalla quale Elvis iniziò tanti anni fa e che allora si chiamava Bismantova, incontrò il presidente Daniele Moncigoli che gli lanciò la proposta di iniziare ad allenare e di farlo proprio a “casa sua”, quindi alla prima squadra del ViaEmilia, visto che fra Reggio Calcio e ViaEmilia c’è una strettissima collaborazione.

Elvis, ha 35 anni, non vorrebbe giocare ancora un po’?
“No, ho riflettuto molto bene sul mio presente e sul mio futuro e ho capito che voglio allenare. Fino all’anno scorso ero ancora legato ai ricordi del passato ma rivivere certe emozioni ora non è più possibile ed è giusto ricominciare per viverne delle altre. Quand’ho parlato con Moncigoli mi sono avvicinato con entusiasmo

Sarà un allenatore giovanissimo: intende arrivare nei professionisti partendo dalla Seconda categoria?
"La mia esperienza da calciatore è un ottimo bagaglio dal quale partire. Se ai ragazzi del ViaEmilia riuscirò a dare un’idea di gioco e a farli crescere, sarà come essere arrivati ai play off. Io vedo gli uomini e la passione, non la categoria o i soldi e dove c’è passione vera c’è vittoria”.

Partire da dove ha iniziato è qualcosa di incredibile...
“E’ una favola bellissima: questa società mi ha portato fortuna come giocatore, spero accada la stessa cosa da allenatore”.

Il suo sogno è quello di allenare le squadre nelle quali ha giocato?
“Assolutamente sì, compresa in un futuro la Reggiana, la squadra della mia città. E’ vero, potevo giocare ancora, ma un’aquila, a 40 anni, si chiude in una grotta e decide se continuare a vivere o tentare di fare l’aquila di nuovo. Io ho deciso di continuare a vivere nel mondo del calcio, partendo dal ViaEmilia”.

Sta seguendo la Reggiana? Può arrivare ai play off?
“Ha grossi margini di crescita come squadra e come società. Oggi, purtroppo è schiava del risultato perché giocare a Reggio non è facile. Il presidente e mister Colombo sono due persone splendide e sono certo che raccoglieranno i risultati che meritano”.

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E da attaccante, come giudica l’attuale attacco granata?
“Ha un buon potenziale, è completo e sono certo che permetterà alla Reggiana di lasciare un’impronta importante in questo campionato”.

Ora è arrivato un giocatore come Pazienza, un atleta in parabola discendente…
“Non lo conosco e non credo sia corretto pensare che sia venuto a svernare, perché anche soltanto sentire il nome Reggiana motiva chiunque. Lo stadio, la gente, qui c’è tutto per far bene e non c’è più neppure le nebbia”.

Avrebbe proprio voluto chiudere la carriera indossando di nuovo quella maglia…
“Sì, ma non è stato possibile. Ricordo ancora le parole entusiastiche di Sisto Fontanili… poi ci fu un cambio di dirigenza e chi arrivò portò i suoi uomini, com’è giusto che sia. Fossero state più chiare le cose avrei accettato senza problemi, ma così… Si vede che non era destino e che avrei dovuto ripartire dal ViaEmilia, magari per tornare un giorno alla Reggiana da allenatore”.

Prima del ViaEmilia aveva richieste dai professionisti?
“Sì, ne ho avute, ma l’aquila aveva smesso di volare”.

I dirigenti del ViaEmilia sognano di vederla in campo col numero 9, possibile?
“Sono tesserato regolarmente e magari lo farò nella gara di addio al calcio. Intanto ricomincio ad allenarmi per far sentire ai miei compagni che sono ancora un combattente”.

Cosa sta porterà ai giocatori da allenatore?
“Tanta motivazione: è ciò che muove tutto”.

Si ispirerà a un allenatore in particolare?                                                                                                                         "Sì, a Mario Somma che ho avuto ad Arezzo: mi ha dato moltissimo. Ci sono anche allenatori che non mi hanno insegnato nulla, ma così facendo mi hanno insegnato molto. Chi siano, però, non ve lo dico”.

E’ vero che è stato scoperto tanti anni fa da Ives Motti, storico dirigente della Reggio Calcio, oggi al ViaEmilia?
“Sì, mi veniva a prendere a casa e non gli ho mai neppure pagato la benzina”.