Gazzetta di Reggio

Reggio

«Per ogni slot machine un barista guadagna 4 mila euro l’anno»

Martina Riccò
«Per ogni slot machine un barista guadagna 4 mila euro l’anno»

Intervista a Matteo Iori, presidente della comunità Papa Giovanni XXIII, sul gioco al bar. Il quale avverte: «Facile truccarle, sono oro per la criminalità organizzata»

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REGGIO EMILIA. «Le slot machine portano soldi ma anche rischi e svantaggi: l’aumento di furti e spaccate è solo uno dei tanti». A parlare così – commentando la scelta della titolare del Bar Gran Roques di via Settembrini che, dopo l’undicesimo furto, ha deciso di togliere le macchinette dal suo locale – è Matteo Iori, presidente della comunità Papa Giovanni XXIII. «È provato da studi e statistiche – aggiunge – che la presenza di slot machine spinge i clienti a truffare il barista o a commettere piccoli reati per trovare i soldi con cui giocare, provoca tensioni e nervosismo all’interno del locale e fa lievitare il costo dell’assicurazione che, in linea generale, dopo il terzo furto non paga più».
 
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Ottime motivazioni per non installare, o addirittura togliere, le macchinette dai locali...
«Sì. Anche perché a Reggio sono sempre più numerose le persone che evitano di entrare nei bar dove si gioca, sia per motivi etici sia perché si sentono a disagio a contatto con i giocatori. Quindi gli esercenti rischiano anche di perdere una buona fetta di clientela».
 
Eppure sono ancora parecchi i locali con le slot...
«La maggior parte degli esercenti è attratta dal cospicuo guadagno che deriva dall’averle. Stando ai dati del Monopolio di Stato relativi al 2014, le slot machine in Italia sono 363.173 e i soldi raccolti dalla filiera sono tre miliardi e 216 milioni di euro all’anno».
 
Chi fa parte della filiera?
«I concessionari che danno in concessione le licenze, i noleggiatori che sono i proprietari delle macchinette e si occupano della loro gestione, e gli esercenti».
 
Com’è suddiviso il guadagno?
«Il 74% di quanto giocato deve tornare ai giocatori in vincite; del restante 26%, la metà va allo Stato, il 12% è diviso tra concessionaria (a cui va 1/12), noleggiatore (a cui va 5,5/12) e barista (5,5/12)».
 
In euro cosa significa?
«Che ogni barista guadagna 4.058 euro all’anno per ogni slot machine, 338 euro al mese».
 
Sono gli esercenti a svuotare le macchinette?
«Assolutamente no, è compito dei gestori».
 
Come mai?
«Ogni macchina è tarata per restituire il 74% di quello che è stato inserito, quindi, aprendo le slot, il barista potrebbe vedere la percentuale di vincita delle macchine e capire quali sono indietro con la restituzione».
 
A che pro?
«Potrebbe giocarci lui stesso e intascarsi i soldi».
 
È l’unica frode possibile?
«No, la criminalità organizzata ci sguazza con le slot machine. Oltre a far girare tantissimi soldi (circa il 55% del fatturato complessivo annuo del gioco d’azzardo che è di 84, 4 miliardi di euro), queste macchinette possono essere “truccate” in diversi modi».
 
Per esempio?
«Intervenendo sul flusso di comunicazione tra le slot e il “cervellone” centrale che da Roma controlla i soldi inseriti nelle macchinette e le vincite da restituire ai giocatori».
 
Vengono manomesse per far risultare meno soldi di quelli che sono stati realmente giocati?
«Non solo. A volte vengono usate macchinette scollegate dal “cervellone”, come i vecchi videopoker; altre volte nei videogiochi normali vengono inseriti i software delle slot, in modo che funzionino sia in un modo sia nell’altro. E poi c’è addirittura chi riproduce la copia esatta di una slot legale, con tanto di targa di omologazione, e incassa solo “nero”».
 
Il governo ha deciso che entro il 2017 tutte le slot dovranno funzionare con software in remoto, non manomissibile, e dare ticket al posto di soldi in caso di vittoria. Servirà?
«Ad aumentare la sicurezza nei locali senza dubbio, ma sono preoccupato per i giocatori. Non vorrei che le slot diventassero come le videolottery, dove il jackpot è più alto ma si perdono più soldi perché magari la giocata è di 10 euro invece di 1. Tutto dipenderà dalle caratteristiche dei software: sarebbe importante, per esempio, programmare un timer per far sapere quanto tempo è passato dall’inizio del gioco o quanti soldi sono stati inseriti».