Gazzetta di Reggio

Reggio

Arriva in Gardenia l’emporio solidale

di Luciano Salsi
Arriva in Gardenia l’emporio solidale

Le famiglie in difficoltà potranno fare la spesa con una scheda a punti basata sullo status economico, i primi 50 casi

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REGGIO EMILIA

P. erdere il lavoro, in questi tempi di crisi, non significa soltanto rimanere improvvisamente privi dei beni materiali, finanche del cibo. Vuol dire, altresì, non sostenere più lo sguardo degli amici e vergognarsi di stendere la mano. E' il dramma delle nuove povertà, che si tenterà di alleviare con la creazione di un emporio solidale per distribuire gratis, ma con discrezione, i generi alimentari occorrenti a cinquanta famiglie che non hanno il coraggio di mettersi in fila per ricevere dalla Caritas il pacco-viveri.

Lo prevede il progetto messo a punto da Dar Voce insieme alla Caritas e alle altre principali associazioni del volontariato (tra cui Auser, Protezione civile, Servire l'uomo e Papa Giovanni XXIII). La fondazione Manodori l'ha premiato con l'elargizione biennale più sostanziosa, 119.500 euro, fra quelle concesse ai vincitori del bando 2015 per il contrasto alle nuove povertà. La partecipazione del Comune ha consentito di individuare l'immobile in cui l'iniziativa prenderà corpo entro la fine dell'anno. Si tratta della vecchia stazione di Gardenia in viale Trento Trieste. «La stazione - spiega Matteo Sassi, assessore al welfare - era occupata dagli uffici dell'Act. Ora appartiene all'azienda regionale Fer che la sta dismettendo. Stiamo trattando con Fer affinchè una parte dell'immobile sia utilizzata per l'emporio solidale. E' un'operazione importante anche sotto il profilo della rigenerazione urbana, poichè gli immobili pubblici rischiano di andare incontro al degrado quando vengono abbandonati. La sua ubicazione in una zona limitrofa al centro storico consente di avviarla in una dimensione di prossimità». «Questo progetto - riferisce Gianni Borghi, presidente della Manodori - si collega con un'iniziativa analoga già iniziata a Guastalla. Ogni tre o quattro mesi faremo un monitoraggio per verificarne l'avanzamento». «Le 50 famiglie - aggiunge Cecilia Pignagnoli di Dar Voce, coordinatrice del progetto - saranno selezionate dai servizi sociali e dalla Caritas e riceveranno una scheda punti commisurata alle necessità economiche, eventualmente sulla base dell'Isee, dalla quale saranno scalati i generi alimentari».

Lo stanziamento della Manodori servirà per la ristrutturazione del locale, la logistica e il pagamento delle utenze e solo in parte per gli alimenti, per i quali si fa affidamento sulle donazioni da parte della grande distribuzione, di Banco alimentare e Remida Food. Il servizio sarà svolto dai volontari, ai quali potranno aggiungersi i beneficiari del progetto. Il Comune stima in diecimila il numero dei nuovi poveri, dal momento che dal 2011 ogni anno circa duemila persone si sono rivolte per la prima volta ai servizi sociali. L'ultimo rapporto sulla coesione sociale registra 70mila lavoratori vulnerabili. L'anno scorso i centri d'ascolto della Caritas hanno ricevuto oltre duemila richieste di beni materiali, soprattutto di cibo.