Vendute per 22 milioni le 40 mila forme di Parmigiano Reggiano all’asta
Luzzara, incanto da record per lo stock della Bergamaschi in crisi. Gara al rilancio con una media di 10 euro al chilo
LUZZARA. Diciannove lotti messi all’asta che hanno fruttato molto più delle aspettative, ben 22 milioni di euro. A fugare i seri timori degli operatori sulle conseguenze assai negative che avrebbe avuto l’immissione sul mercato di una tale quantità di pezzi a prezzi ribassati.
Parliamo di un totale di 40mila forme di Parmigiano Reggiano, quelle della Magazzini Emiliani Stagionature e della Bergamaschi Stefano e Simone snc di cui la prima è controllata. Diversi i caseifici nel reggiano della Bergamaschi, i cui titolari vivono a Luzzara: Baiso, Fabbrico – dove si trova anche lo spaccio –, Luzzara, Boretto e Castelnovo Sotto.
Tutti coinvolti nella grave crisi dell’azienda, appartenente al gruppo Bergamaschi, che ha chiesto e ottenuto nell’ottobre scorso il concordato preventivo.
L’asta, di certo senza precedenti nel settore per numero di pezzi battuti, disposta dai commissari giudiziali Alberto Gandolfi e Francesca Freddi, del tribunale fallimentare di Mantova, è avvenuta venerdì nella sede di via Pasine a Suzzara. E ha visto la partecipazione dei più importanti operatori commerciali del comparto.
Ben 19, si diceva, i lotti messi all’asta (12 per la Magazzini Emiliani Stagionature e 7 per la Bergamaschi), tra i quali anche due di Grana Padano (poco più di 1500 forme); per il resto si è trattato di forme di Parmigiano Reggiano, prodotte tra il 2010 e il 2014, i cui prezzi base variavano da un minimo di 7,20 euro (per le forme “rigate”) a un massimo di 8,45 euro al chilo.
Le forme sono state invece battute all’asta, con una gara al rialzo sulla base di rilanci minimi determinati dai commissari, con una media tra i 9 e i 10 euro al chilo.
Il tutto raggiungendo la cifra record di 22 milioni di euro, di cui entro il 7 marzo gli aggiudicatari dovranno versare i relativi anticipi. Il ricavato dell’asta concorrerà a ripianare i debiti accumulati dalle due società – stimati in 38 milioni di euro. Da considerare che la cifra raggiunta con la vendita all’asta equivale al valore complessivo stimato del totale delle forme in giacenza (ben 72mila) dopo l’avvio della procedura concordataria.
La consegna dei lotti di forme di formaggio aggiudicati, come si legge nelle procedure di vendita stilate dal tribunale, verrà effettuata entro il termine di 45 giorni dalla aggiudicazione, comunque non appena la società in concordato ne farà richiesta, con spese di ritiro e trasporto a carico dell’aggiudicatario, comunque successivamente al saldo del prezzo di vendita.
Il saldo, come determinato in via definitiva all’esito della pesatura del formaggio, al netto del deposito cauzionale già versato, dovrà essere effettuato prima della consegna delle forme con le modalità (assegni circolari e/o bonifici bancari) che verranno comunicate dai commissari giudiziali; e comunque entro cinque giorni dalla comunicazione di tali modalità, pena la decadenza dell’aggiudicazione e la perdita del deposito cauzionale, che verrà trattenuto a titolo di penale. Resta salvo il fatto che sulle forme aggiudicate non sarà applicata la garanzia per vizi e difetti dei beni. (m.f.)