Gazzetta di Reggio

Reggio

«Aemilia non può bloccare il tribunale»

«Aemilia non può bloccare il tribunale»

Lo ha detto il ministro Orlando: «Quello che si aprirà a Reggio non è l’unico processo alla criminalità organizzata»

19 marzo 2016
3 MINUTI DI LETTURA





REGGIO EMILIA. Non è la fine dell’ambiguità attorno all’unico processo italiano che si accinge ad essere celebrato soltanto con le forze “locali”, e non è nemmeno il primo timido segnale d’apertura che arriva rispetto a chi, come il presidente del tribunale aveva paventato i rischi connessi al “maxi-processo fai-da-te”. Semmai, per la prima volta pubblicamente il ministro della giustizia, Andrea Orlando, riconosce che a Reggio, alla vigilia dell’inizio del processo Aemilia esiste un problema di organico: «Il problema della carenza di organico del tribunale di Reggio - ha detto il guardasigilli - va affrontato nell'ambito di tutti gli uffici giudiziari perché, purtroppo, i processi di criminalità organizzata riguardano sempre più spesso il nord italia». lntervenendo a un convegno al Senato sulla cooperazione giudiziaria internazionale, Orlando ha se non altro ammesso l’esistenza di un problema: «Non ci possiamo permettere - ha detto il titolare del dicastero di via Arenula - che la celebrazione di un processo di grandi dimensioni blocchi l'attività degli uffici nè a Reggio Emilia nè in altri luoghi». Poi ha aggiunto: «Ci sono altre realtà dove sono prossime le aperture di processi di grande rilevanza, da Lucca a Mantova a torino. sono moltissime le realtà dove ci possono essere maxi-processi e quindi non possiamo intervenire soltanto nella singola realtà, dobbiamo dare una risposta di tipo strutturale ed è quello che stiamo facendo». Orlando sottolinea che «il problema» della carenza di organico nei tribunali «esplode in modo più acuto dove ci sono i processi più grandi, ma è un problema che caratterizza tutti gli uffici giudiziari del paese». Noi abbiamo collocato nei primi mesi dell'anno 600 persone che venivano da altre amministrazioni e nei prossimi due mesi faremo altrettanto con altre 1.500. si tratta dell'immissione più importante di personale amministrativo da 25 anni a questa parte. so che non è ancora sufficiente- conclude- ma credo che sia giusto sottolineare questo aspetto perchè abbiamo colmato gran parte dei vuoti di organico più grandi per poi continuare con passi successivi. alla fine di questo percorso ricollocheremo 4.000 unità nelle cancellerie italiane e questo credo che sia un risultato importante». Nessun accenno specifico a Reggio, dove peraltro continuano a moltiplicarsi gli appelli. L’ultimo arriva dagli agenti di polizia penitenziaria, anche loro in crisi di organico. E proprio alla vigilia del processo Aemilia, la crisi si aggraverà, «per l’assegnazione di circa 21 detenuti appartenenti al circuito dell’alta sicurezza», senza che peraltro sia mai stata colmata la carenza d’organico cronica: «11 ispettori - dice la nota del segretario del Sappe Michele Malorni - 11 sovrintendenti e 30 tra agenti e assistenti». Il segretario del Sappe chiede l’integrazione dell’organico «con almeno 37 unità di polizia penitenziaria, assolutamente necessarie per assicurare ordine, disciplina e sicurezza interna ed esterna alla struttura penitenziaria».