Flussi migratori dalla Bassa all’Argentina
Questa dinamica è stata spiegata a fondo dallo storico Antonio Canovi nel suo “Pianure migranti”
BORETTO. L'Argentina, com'è noto, è stata a lungo meta di flussi migratori provenienti dalla Bassa reggiana. Questa dinamica è spiegata a fondo in “Pianure migranti” di Antonio Canovi, opera promossa dallo storico insieme ad alcuni Comuni della Bassa (Boretto, Brescello, Castelnovo di Sotto, Gattatico, Gualtieri, Guastalla e Poviglio) nella quale l'autore ha raccolto decine di testimonianze orali. Attraverso le storie di vita ha ricostruito pezzi importanti di storia economica, sociale e politica argentina, ma anche italiana, dagli anni ottanta dell’Ottocento a oggi.
Le interviste, a emiliani emigrati dopo la Seconda guerra mondiale, a discendenti di seconda, terza e persino quarta generazione, nonché a loro familiari e parenti, hanno offerto diverse conferme in merito allo svolgimento del processo di colonizzazione avvenuto nei quattro decenni a cavallo tra Ottocento e Novecento. Così come al successivo trasferimento di tanti immigrati dal “campo” alla città o ancora al fatto che l’ultimo ciclo migratorio, posteriore al secondo conflitto mondiale, si riallacciò al precedente: molti emiliani sfruttarono dopo il 1945 catene e reti migratorie con parenti e compaesani espatriati negli anni Venti, spesso per sfuggire alla dittatura fascista. Nei racconti ricorrono spesso riferimenti all’impegno politico, declinato in Italia in senso socialista e antifascista, e continuato spesso in Argentina, nei partiti e nei sindacati (come nel caso di Molesini) ma anche nel sociale.
L’Argentina è notoriamente il paese in cui l’assimilazione degli italiani è avvenuta in modo più rapido e felice, ma ciò non toglie che in ogni epoca pochi immigrati abbiano voluto rinunciare alla cittadinanza italiana e che, per tanti, legami anche forti con il paese di origine, propri o degli avi, resistano tutt’oggi. Nella Bassa è del 2002 la nascita del progetto “Argentina chiama Italia”, con l’obiettivo di costituire un supporto sovranazionale e concreto ai cittadini italiani residenti in Argentina, con la partecipazione delle istituzioni locali, del mondo del volontariato, delle scuole e delle famiglie. L’esperienza ha portato a una serie di iniziative come la creazione della scuola italiana a Pergamino o alla ristrutturazione di Casa Artemide Zatti, l’asilo per i malati cronici ricoverati di Viedma. (a.v.)