«Sono amico di suo figlio» e truffa un anziano 83enne
Reggiolo: il pensionato era all’ospedale quando è stato avvicinato dal malvivente: «Sono rimasto senza benzina, se mi presta 150 euro glieli faccio avere domani...»
REGGIOLO. Un pensionato di 83 anni residente a Reggiolo è stato truffato da una persona che, con la scusa di essere un amico di suo figlio, rimasto senza benzina, gli ha spillato 150 euro.
Il fatto è avvenuto nel Mantovano, nella sala d’aspetto dell’ambulatorio di radiologia dell’ospedale di Suzzara. L’uomo si era recato con la moglie e la figlia al nosocomio suzzarese per effettuare un esame radiologico.
La moglie e la figlia, per ingannare l’attesa, si erano un attimo assentate per andare a prendere un caffè nell’area riservata ai distributori automatici di bevande, situate nei pressi del Cup dell’ospedale.
Rimasto solo, il pensionato è stato subito avvicinato da un uomo sui 60-65 anni, carnagione olivastra, pizzetto sul mento, alto circa 170 centimetri, accento modenese: «Buongiorno, mi riconosce? Sono un amico di suo figlio – ha detto il truffatore all’anziano – Che piacere vederla qui. Senta, ho veramente un favore grande da chiederle. Sono rimasto a piedi con la macchina, sono senza benzina. Ho provato a fare bancomat qui in ospedale ma lo sportello è fuori servizio. Non è che mi presterebbe 150 euro? Poi glieli restituisco tramite suo figlio, che vedo proprio domani».
E l'83enne ha risposto: «Quale dei due figli (facendo i nomi, ndr)?». E il lestofante prontamente ha preso il primo nome che gli è capitato di sentire. Il pensionato. di fronte a tanta spavalderia e sicurezza, non ha fatto altro che estrarre dalla tasca il portafoglio e consegnare il denaro di “sua sponte” a quello che pensava un amico del figlio e invece era un truffatore che, appena ricevuti i soldi, si è dileguato.
Probabilmente i campi di azione di questo tipo di malviventi, sono proprio le sale d’aspetto degli ospedali. E dove vedono che ci sono persone di una certa età provano la truffa, con la scusa di essere un amico dei figli. Truffatori a cui la parola e i modi garbati non mancano ma che purtroppo, con frasi generiche, riescono a farsi dire nomi e cognomi, a volte anche indirizzi e notizie, peraltro non richieste, che mettono in condizione ladri e truffatori di raggiungere il loro scopo.
Il pensionato 83enne ha scoperto il raggiro poco dopo, quando ha raccontato tutto ai suoi familiari. «Mio padre, data l’età – ha detto il figlio – per la vergogna non voleva neppure sporgere denuncia ai carabinieri. Ci ho ho pensato io, anche se è passato qualche giorno dal fatto. E ho voluto raccontare ciò che è successo anche alla “Gazzetta”, in modo che la gente sappia che razza di persone ci sono in giro e per fare in modo che quanto avvenuto a mio padre non accada a nessun altro. Sono arrabbiato perché guarda caso, queste cose succedono proprio quando noi figli non ci siamo. C’era mia sorella in ospedale con mia madre. E’ bastato un minuto e questo truffatore, che evidentemente aveva già adocchiato mio padre, persona anziana e vulnerabile, ne ha approfittato per raggirarlo».
La direzione sanitaria dell’ospedale di Suzzara, venuta a conoscenza dell’episodio, ha annunciato di voler installare alcune telecamere di videosorveglianza nelle sale d’attesa dei poliambulatori con lo scopo di prevenire ulteriori atti truffaldini soprattutto ai danni di persone anziane.