«Mi hanno escluso dalla festa del museo»
Brescello: brutta sorpresa per Erminio Bertoli che inaugurò le sale dedicate a Peppone e don Camillo
BRESCELLO. E’ una delle figure storiche del paese: schietto, genuino e vulcanico, il calzolaio Erminio Bertoli è stato l'ideatore e fondatore del museo dedicato a Don Camillo e Peppone e che, proprio sabato, ha festeggiato il suo 27.mo compleanno. Proprio in occasione di quella ricorrenza, Bertoli ha scoperto un “regalo” che non gli ha fatto piacere. All’interno della sua bottega – dove convivono gli attrezzi del mestiere e tante testimonianze della storia brescellese – l’uomo sfoga tutto il suo disappunto.
«Tutto è nato per caso – racconta – grazie alla visita di una mia cliente, nei giorni scorsi. Non essendo di Brescello, ho voluto lasciarle una piantina del paese, contenuta all’interno di un depliant turistico che avevamo fatto realizzare anni fa. Rimasto a corto di questi depliant sabato, compleanno del museo che ho ideato io, mi sono recato nella sede della fondazione “Paese di don Camillo e Peppone”. Appena entrato, per scherzare, ho chiesto alla giovane inserviente che mi ha accolto se avessero preparato la festa, visto l’anniversario. E con sorpresa mi ha detto che nel pomeriggio era in programma il taglio della torta, al quale non ero stato nemmeno invitato, così come gli altri storici fondatori. Ma a parte questo, quando mi ha dato i nuovi depliant, ho constatato che il mio nome era stato tolto dalle pagine nelle quali si parla della fondazione del museo. Se nella prima edizione si parlava di “un gruppo di appassionati guidati da Erminio Bertoli”, in questa si parla “di un piccolo gruppo di appassionati”. Ebbene, credo che non sia rispettoso nei confronti miei e degli altri fondatori: Mauro Savio, Maurizio Allegri e il compianto Fernando Paris. Anzichè aggiungere per completezza tutti i nomi, li hanno eliminati. E pensare che la grande mole di turisti che ogni anno popola Brescello è qui per merito nostro».
«Dopo 27 anni – conclude Bertoli – è ora di smettere di dire che il museo è nato da un’idea. E’ nato anche e soprattutto dal lavoro e dall’impegno di noi volontari che per arrivare al risultato finale abbiamo impiegato circa due anni. Pro Loco e Fondazione dovrebbero piuttosto presentare dei programmi e mostrare i loro bilanci, puntando un po’ più in là della semplice sopravvivenza. Da tempo non facevo polemica, ma questa vicenda mi ha acceso: potrei quasi far valere i miei diritti».