Strage di pioppi nella golena del Po
Boretto, blitz della Forestale. Bloccato il taglio illegale e sequestrati 130 metri cubi di tronchi, 600 piante abbattute e tutti i mezzi. Due denunciati
22 aprile 2016
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BORETTO. Si sono piazzati in zona golenale con due cingolati e un rimorchio agricolo. E senza alcuna autorizzazione, per di più in un’area demaniale all’interno della fascia di 150 metri dal fiume, hanno tagliato il bosco.
Di conseguenza è scattato il blitz degli uomini del Corpo forestale dello Stato, del comando stazione di Gualtieri, mercoledì sulle rive del Po. La sponda è quella sinistra – nei pressi del ponte di Viadana – ma anche quello resta territorio emiliano e del Comune di Boretto. I forestali hanno proceduto al sequestro di oltre 130 metri cubi di tronchi, già tagliati e accatastati su un rimorchio agricolo, nonché di 600 piante di età compresa tra i 20 e i 30 anni, alte fino a 15 metri e già abbattute. Inoltre, sono scattati i sigilli ai mezzi trovati in azione, allo scopo di impedire che i reati commessi possano continuare.
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Due le persone denunciate: un 60enne di Luzzara, il contoterzista che ha effettuato i lavori, e un 34enne di Guastalla, titolare dell’azienda agricola che li ha comandati. I reati loro contestati vanno dal furto aggravato, all’utilizzo di mezzi meccanici su un bene di pubblica utilità, al danneggiamento, all’occupazione di suolo pubblico. Contestazioni cui si devono aggiungere pene pecuniarie per il mancato rispetto della legge regionale.
L’intervento illegale di disboscamento è avvenuto su area demaniale. Qui, qualche decennio fa, veniva sfruttato un pioppeto artificiale. Ma dopo l’ultimo taglio, erano state lasciate le ceppaie e si è assistito a un rimboschimento. Da tempo, infatti, non vengono più autorizzati i tagli, in accordo con Aipo e autorità di bacino per questioni anche relative al rischio idraulico.
Alla richiesta dei forestali di presentare l’autorizzazione, il personale trovato sul posto aveva esibito documento di autocerficazione che però non ha convinto le forze dell’ordine. Dalle indagini è emerso che l’intervento coinvolgeva una ditta che lavora per conto terzi, proprietaria dei mezzi, e un’azienda agricola di Cadelbosco Sopra. Sarebbe stata quest’ultima a commissionare il lavoro per la sua attività di gestione legname e nel settore delle biomasse.
L’occupazione del suolo pubblico e le operazioni di taglio sono state eseguite senza le necessarie concessioni, rilasciate dal Servizio tecnico dei bacini degli affluenti del Po della Regione Emilia Romagna. Inoltre, l’intervento ha interessato una superficie maggiore di tre ettari, che comprende anche una lanca e l’alveo inciso a meno di due metri di distanza dal fiume su cui è stata effettuata movimentazione terra per aprire le piste utilizzate per il trasporto del legname.
Il sospetto è che l’azione possa aver intaccato anche la zona Sic-Zps, tutelata a livello europeo: qui, tra l’altro, è tassativamente vietato il taglio degli alberi tra febbraio e agosto, a tutela dei nidificanti. Se confermato, arriveranno altre sanzioni.