Società cartiera, chieste due condanne
Nel mirino del pm Forte un imputato di Aemilia e un commercialista. I difensori: «Non c’entrano»
REGGIO EMILIA. Il primo troncone processuale – legato all’inchiesta “House of cards” su un giro cospicuo di fatture fasulle – è ormai agli sgoccioli, anche perché la scelta difensiva dei tre imputati è basata su riti alternativi che “congelano” gli atti d’indagine. In udienza preliminare, quindi, è già stata battaglia davanti al gup Giovanni Ghini. Le accuse sono di associazione a delinquere e di emissioni di fatture per operazioni inesistenti. Il pm Giacomo Forte ha chiesto la condanna a 3 anni di reclusione per Salvatore Cappa (coinvolto nella maxi operazione di ’ndrangheta Aemilia come “organizzatore” del clan Grande Aracri e nel mese scorso condannato a 9 anni e 4 mesi di carcere), mentre per il commercialista Giuseppe Nardo la richiesta è di 1 anno e 4 mesi. Di diverso avviso i difensori. L’avvocato Luigi Colacino – che assiste Cappa – ha contestato l’accusa di associazione a delinquere rimarcando che si tratta di un singolo episodio, per di più con il forte dubbio che la fattura “incriminata” rientri già nell’alveo di Aemilia. Anche il legale Antonio Drogo ha chiesto l’assoluzione per il commercialista Nardo, spiegando che i documenti trovati nel suo studio e relativi alla società Full Trade (creata, per gli inquirenti, al solo scopo di emettere false fatture) erano da poco arrivati al professionista che non ne aveva perciò ancora piena conoscenza. Il terzo imputato, Marco Carretti, ha optato tramite i difensori Claudio ed Annalisa Bassi al patteggiamento: 2 anni di reclusione, ma con pena sospesa. Richieste e patteggiamento saranno ora valutate dal gup Ghini che il 26 maggio emetterà la sentenza.