Gazzetta di Reggio

Reggio

Casalgrande città d’arte grazie alle rotonde delle archistar

di Adriano Arati
Casalgrande città d’arte grazie alle rotonde delle archistar

Il riconoscimento da parte della Regione Emilia Romagna al comune ceramico «per l’economia prevalentemente turistica e la presenza di vari monumenti»

2 MINUTI DI LETTURA





CASALGRANDE. Casalgrande diventa città d’arte, con un’economia turistica, grazie alle rocche e alle ville ma anche alle modernissime rotonde realizzate da Kengo Kuma e Daniel Libeskind per conto di Casalgrande Padana.

La novità compare nel bollettino ufficiale della Regione Emilia-Romagna, che ospita la delibera della giunta regionale del 1 febbraio scorso. La delibera sancisce la modifica «dell’elenco dei Comuni ad economia prevalentemente turistica e delle città d'arte, inserendo il Comune di Casalgrande per tutto l’anno e per tutto il territorio».

La qualifica infatti dovrà poi essere confermata nel tempo con il consolidamento di attività e ricettività turistica. Una novità che fa felice una delle principali realtà economiche della zona, la ceramica Casalgrande Padana, l’impresa che nel 2010 e nel 2015 ha finanziato le due opere forse decisive per il riconoscimento.

In cinque anni la ceramica ha infatti commissionati due rotonde lungo la nuova Pedemontana a due dei più conosciuti architetti del mondo, due archistar per usare un termine recente come il giapponese Kengo Kuma e l’americano Daniel Libeskind. «È ufficiale. Anzi, è stato deliberato! Casalgrande è diventata una Città d’Arte, ovvero ad economia prevalentemente turistica. Conferma della bellezza della città e del territorio ai quali siamo tanto legati, e che speriamo di aver reso più “artistici”, con il lustro di opere di architetti del calibro di Kengo Kuma e Daniel Libeskind.

[[atex:gelocal:gazzetta-di-reggio:site:1.13477570:gele.Finegil.Image2014v1:https://www.gazzettadireggio.it/image/contentid/policy:1.13477570:1649488657/image/image.jpg?f=detail_558&h=720&w=1280&$p$f$h$w=d5eb06a]]

Opere donate anche con l’intento di rendere l’arte protagonista della nostra quotidianità, ponendola al centro delle strade che percorriamo ogni giorno» – commenta Casalgrande Padana su Facebook. E in effetti Casalgrande, un territorio principalmente a vocazione industriale e agricola, in questi anni ha potuto cavalcare la visibilità delle due rotatorie della ceramica, che conta anche su un’enorme area espositiva con opere in esposizione permanenti.

I due principali simboli storici rimasti sono il castello di Casalgrande Alto e la bellissima Villa Spalletti, oltre ad acetaia e vecchi ospitali; tutti complessi di pregio a cui però è servito probabilmente un aiuto ulteriore e molto più moderno. Nel 2010 il giapponese Kengo Kuma ha realizzato la nuvola, la ceramic cloud nella rotonda che porta alla sede principale della ceramica. Nell’ottobre scorso è toccato a Daniel Libeskind, il creatore del monumento a Ground Zero a New York e del museo ebraico di Berlino, e alla sua corona nella rotatoria successiva.

Un evento che ha generato tanta attenzione e che ha portato molti tour turistici – quelli legati all’arte e all’architettura, ma anche alla modernità – a fare tappa a Casalgrande quando programmano iniziative nella vallata del Secchia.