Gazzetta di Reggio

Reggio

Penalisti in sciopero, ma Aemilia si farà

di Tiziano Soresina
Penalisti in sciopero, ma Aemilia si farà

I detenuti dicono no all’astensione degli avvocati, la Camera Penale replica: «Così rinunciano a far valere i loro diritti»

24 maggio 2016
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REGGIO EMILIA. Tre giorni di sciopero, da oggi, da parte degli avvocati penalisti che si battono da tempo contro la riforma del processo penale e contro certi metodi di indagine (intercettazioni e strumenti di captazione intrusivi) per non parlare delle misure restrittive cautelari.

Un’astensione indetta dalla Camera Penale e che in tutt’Italia – come tante altre volte – porterà a massicci rinvii dei procedimenti.

NO DEI DETENUTI. Ma balza all’occhio che nel fronte compatto dei penalisti si è aperta una “falla” e proprio a Reggio, specificatamente nel maxi processo Aemilia che domani andrà avanti regolarmente. Cos’è accaduto? Due udienze fa il possibile rischio-astensione degli avvocati difensori è stato posto in aula dal pm antimafia Marco Mescolini.

Ma nel caso di procedimenti con detenuti (questo è il caso di Aemilia) occorre il consenso allo sciopero dei carcerati stessi dato ai rispettivi legali.

Proprio sulla questione del consenso è allora intervenuto nell’aula bunker Palmo Vertinelli che, facendosi portavoce dei detenuti, ha detto “no” al blocco dell’udienza del 25 maggio, con in sottofondo gli altri imputati in “gabbia” che rumoreggiavano: «No, nessuno sciopero!». Quindi domani il maxi processo si terrà regolarmente.

DIRITTI E AUTOGOL. E i penalisti cosa dicono su questo “no” allo sciopero? «Considerato che l'astensione degli avvocati penalisti è finalizzato esclusivamente alla tutela dei diritti dei cittadini e quindi anche dei detenuti – risponde, contattato dalla Gazzetta, l’avvocato Noris Bucchi (presidente reggiano della Camera Penale) – fa riflettere il mancato consenso espresso dai detenuti stessi nell'ambito del processo Aemilia che, con tale presa di posizione, manifestano con chiarezza la volontà di procedere senza intralci, al punto di rinunciare a far valere un proprio diritto pur di giungere in tempi rapidi all'accertamento della verità».

Ma sono diritti non da poco in discussione, come rimarcato dalla stessa Camera Penale: «L’astensione è per far sentire la voce dei penalisti a sostegno dell’autonomia del legislatore, per ricordargli il suo vincolo ai valori della Costituzione, ed il legame indissolubile dei principi del contraddittorio, dell’immediatezza, del giusto processo e della ragionevole durata, con la libertà di tutti e con la vita della nostra stessa democrazia».

Diritti irrinunciabili e il “no” dei detenuti all’azione dei loro difensori ha tutta l’aria di un autogol.

URGE PERSONALE. Aemilia ha anche altre conseguenze, come rimarcato ieri dalla senatrice Maria Mussini del Gruppo Misto: «“Lo Stato dimostri il proprio impegno nella lotta alla mafia non con i discorsi ma con le azioni: Orlando faccia avere al Tribunale di Reggio il personale necessario affinché lo sforzo straordinario richiesto dal processo Aemilia non vada a nuocere al funzionamento ordinario. La criminalità ha risorse illecite e infinite, non si può pensare di combattere con una fionda chi si muove con dei blindati, anche dalle risorse dedicate si misura da che parte si intende stare.Non ha ancora avuto risposta la mia interrogazione, presentata tre mesi fa, in cui si chiedeva in che modo il Ministero intendesse affrontare la questione del personale per il tribunale della nostra città: per questo ho inviato una lettera di sollecito al presidente del Senato, Pietro Grasso, e aggiungerò una simile interrogazione a risposta urgente in Commissione. Questa carenza, che raggiunge il 50 per cento per le figure professionali più elevate – conclude la sentarice reggiana – non ha tuttavia impedito al foro presieduto da Francesco Maria Caruso di mantenere molto alto il livello di efficienza».