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Litigi tra genitori in campo, il Bibbiano-San Polo ritira la squadra

di Elisa Pederzoli
Litigi tra genitori in campo, il Bibbiano-San Polo ritira la squadra

La società esce dal torneo per bambini. Il dirigente: «Dobbiamo avere il coraggio di dare un segnale»

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BIBBIANO. Troppe tensioni tra gli adulti, inutile violenza verbale a bordo e in mezzo al campo. Per questo, l’Asd Bibbiano-San Polo ha preso una decisione di rottura: ritirare la propria squadra da un torneo di calcio dedicato ai bambini.

A raccontare la vicenda è il direttore generale Gianni Delrio. Lui minimizza. Non vuole tirare la croce contro nessuno. Ma ha ben chiaro che la decisione presa da lui e dal resto della dirigenza, presidente in testa, è di quelle che hanno un peso. E l’obiettivo era proprio quello. «Volevamo dare un segnale» sottolinea.

La vicenda risale a qualche settimana fa, fuori provincia, in uno dei tanti tornei che coinvolgono le scuole calcio del territorio e generazioni di ragazzini innamorati del pallone. La squadra in campo è quella dei ragazzi di 9-10 anni: ci sono i piccoli atleti della scuola calcio del Bibbiano-San Polo e gli avversari. A un certo punto, succede qualcosa. «Una discussione a livello sportivo che però coinvolge solo gli adulti: l’allenatore dell’altra squadra, l’arbitro e poi qualche genitore sugli spalti. Tutto culmina con l’espulsione dell’allenatore - racconta Delrio - Intanto, mentre tutto questo avviene, i bambini, i nostri e i loro, sono in silenzio in mezzo al campo. Sono lì che assistono a queste scene. Un litigio verbalmente pesante».

La notizia dell’accaduto arriva ai vertici dell’associazione sportiva della Val d’Enza. E quello che è accaduto, proprio non va giù. «Indipendentemente dai torti e dalle ragioni - ci tiene a chiarire Delrio - abbiamo voluto dare un segnale: abbiamo ritirato la nostra squadra spiegando le ragioni del nostro gesto».

E aggiunge: «Questa nostra piccola scelta va a scapito dei nostri ragazzi, per loro significa giocare alcune partite in meno, ma vuole essere un monito per gli addetti ai lavori. Bisogna tornare con i piedi per terra». E il riferimento è ad altri spiacevoli episodi avvenuti intorno ai campi di gioco dove si confrontano i più piccoli e che troppo spesso diventano invece campi di battaglia per gli adulti. Quello più clamoroso è l’episodio avvenuto a ottobre, in provincia di Parma, quando un genitore venne trasportato in ambulanza all’ospedale e la partita sospesa durante l’incontro della categoria Allievi Interprovinciale tra Juventus Club Parma e Sporting F.C Chiozza dopo un litigio tra adulti. Qui, non si è arrivati a tanto. Lo scontro è stato solo verbale. Ma è sufficiente.

«Non è possibile che in una semplice partita, dove i nostri ragazzi si devono divertire, si debbano vivere episodi sgradevoli. Dobbiamo avere la forza di reagire. Può essere giusto o sbagliato, ma il ritiro vuole essere un messaggio anche per i nostri genitori e per tutti coloro che sono fuori dalle reti: facciamo il tifo per i nostri ragazzi, ma senza fare gli allenatori. Quelli ci sono già. Senza inveire contro gli arbitri. Perchè c’è già chi di dovere che interviene. Torniamo a vivere il gioco giocato». E conclude: «Perchè poi in campo succede che i ragazzi ti guardano e ti dicono: ma cosa succede? Noi vogliamo solo giocare...».

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