Gazzetta di Reggio

Reggio

«Grande Aracri? Sono parente alla lontana»

«Grande Aracri? Sono parente alla lontana»

Processo per le minacce alla Spadoni, l’imputato ha un legame familiare indiretto con il boss

16 giugno 2016
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REGGIO EMILIA. «Sono parente alla lontana con Francesco Grande Aracri. Ma a Brescello, in tanti anni che abito qua a Reggio, non sono mai andato». A dirlo ieri in aula Domenico Lerose, a processo per tentata violenza privata, aggravata dal metodo mafioso e dal fatto che la vittima è un pubblico ufficiale.

L’episodio è quello avvenuto in piazza Martiri del 7 Luglio il 18 ottobre del 2014, dopo l’incontro pubblico sull’acqua organizzato dal Movimento 5 Stelle. In quella occasione la deputata parlò di Brescello, chiedendo le dimissioni dell’allora sindaco Marcello Coffrini per le parole su Francesco Grande Aracri ai microfoni di Cortocircuito. Al termine del comizio la parlamentare ha raccontato di essere stata avvicina da tre calabresi e uno di loro, l’imputato, gli avrebbe detto: «Lei Grande Aracri non lo deve neanche nominare».

Dopo quella frase la deputata «era molto agitata», come riferito in aula dal giornalista Matteo Incerti, addetto stampa al Senato del Movimento 5 Stelle, che si trovava a pochi passi dalla scena.

Le testimonianze dei militanti del 5 Stelle convergono nel dire che la deputata rimase turbata. L’imputato e i due amici, Salvatore Mancuso e Luigi Gaetano, sostengono invece che si sia trattata di una normale discussione, addirittura «cordiale» su temi di politica, conclusasi «con una stretta di mano».

In aula ieri sono stati ascoltati il colonnello dei carabinieri Alessandro Dimichino e il dirigente della Digos Lucio Di Cicco, che hanno parlato delle indagini avviate subito dopo la denuncia della Spadoni. Dimichino ha illustrato il grado di parentela indiretto, «alla lontana», tra l’imputato (che è incensurato e non è mai stato sfiorato da alcun sospetto) e Grande Aracri. Legame poi confermato dallo stesso Lerose: «Mio padre Carmine aveva una sorella che è la nonna di Francesco Grande Aracri».

Mancuso e Gaetano hanno raccontato, tra molti «non ricordo» e contraddizioni rispetto a quanto dichiarato nell’immetiatezza dei fatti, come il pm della Dda di Bologna Beatrice Ronchi ha contestato loro più volte, che non sapevano chi fosse con precisione la Spadoni, indicata come «una ragazza del 5 Stelle». L’avrebbero avvicinata dopo il comizio per chiederle di occuparsi «dei problemi seri, dei poveri e dei pensionati», dicendole che non «era corretto fare dei nomi». Lerose e gli amici negano qualsiasi minaccia e sostengono solo di aver voluto difendere i cutresi da accuse ingiuste, come «quelle rivolte da Beppe Grillo quando venne a Reggio».

Lerose di essersi rivolto così alla parlamentare: «Invece di parlare di Coffrini e Grande Aracri si occupi dei problemi delle persone. Io l’ho votata ma mi sono pentito». Una circostanza, quella delle simpatie di Lerose per i 5 Stelle, di cui però gli amici hanno detto di non sapere nulla.