La ’ndrangheta investe sull’economia legale
La Commissione parlamentare antimafia ieri a Mantova. Il monito: «Questa è terra di conquista»
MANTOVA. Mantova accerchiata da province con un indice di presenza mafiosa andato ben oltre la sola infiltrazione, Mantova terra di conquista che porta già i segni di un’avanzata verso nord della ’ndrangheta al punto da diventare «essa stessa un centro con una propria autonomia» e quindi «da meritare la presenza della commissione antimafia che del resto già si era interessata della provincia a partire dal caso Viadana».
Nasce da qui la missione nella dei città Gonzaga della commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie che proseguirà oggi le audizioni dei vertici di forze dell’ordine e magistratura. Nasce da un’emergenza vera e dalla consapevolezza che ammettere che la mafia c’è «è il primo passo per combatterla e sconfiggerla»: a ribadirlo è la stessa presidente Rosy Bindi che insieme al vicepresidente Luigi Gaetti e al professor Nando Dalla Chiesa ha partecipato ieri al Bibiena alla presentazione del terzo rapporto “Le mafie al nord” dell’Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli studi di Milano. Davanti a una platea gremita di fasce tricolore di oggi e di ieri come l’ex sindacoFiorenza Brioni bersaglio di minacce per lo stop alla lottizzazione Lagocastello, parlamentari, assessori, consiglieri comunali e regionali, i relatori hanno risposto alle domande del direttore della Gazzetta di Mantova Paolo Boldrini sollevando il coperchio su sistemi e metodi di un radicamento ormai capillare delle organizzazioni criminali al nord e in particolare in Lombardia. «In diverse province la presenza della ’ndrangheta raggiunge ormai forme di conquista vera e propria e parlare di infiltrazione è un eufemismo». Racconta Dalla Chiesa di una «conquista che avviene dal basso» attraverso magari l’appalto per realizzare qualche rotatoria in più, per accapparrarsi un servizio di pulizie piuttosto che di facchinaggio.
Il Rapporto si sofferma inoltre anche sull’area grigia nelle amministrazioni pubbliche che agisce con una logica criminale, ponendosi in relazione con le organizzazioni criminali in un rapporto di reciproca convenienza.
Per quanto riguarda il traffico di droga, emergere un parziale disimpegno della ‘ndrangheta, che preferirebbero un profilo più basso ed investire nell’economia legale in quanto meno “rischiosa”.