Reggio



«Così Antonio Gualtieri rese la mia vita un inferno»

di Ambra Prati

Ieri al maxi processo il racconto di un imprenditore 53enne (la sua società fallì nel 2014) «Mise la sua carta d’identità sul tavolo: paga o ti vendo ad altri colleghi meno comprensivi»


01 luglio 2016


REGGIO EMILIA. «Ero disperato, non avevo più nemmeno gli spiccioli da dare a mia figlia per comprare la merenda a scuola». La storia personale di un imprenditore vittima di ’ndrangheta, che ieri ha tenuto banco nell’udienza del maxiprocesso Aemilia, è paradigmatica di quello che accadeva a persone perbene che, per loro sfortuna, incappavano nel sodalizio criminale reggiano.

IL PROLOGO. I...


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