Gazzetta di Reggio

Reggio

«Io, salvo grazie al dottor Pedrazzoli del Santa Maria»

di Serena Arbizzi
«Io, salvo grazie al dottor Pedrazzoli del Santa Maria»

L’odissea di un 62enne di Viterbo, approdato al Santa Maria Nuova dopo avere subìto innumerevoli interventi chirurgici

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REGGIO EMILIA  Un ritorno alla vita, dal sapore più dolce e liberatorio proprio perché arrivato dopo un lungo calvario sanitario, al termine del quale un uomo di 62 anni ha potuto assaggiare tutto il gusto della salvezza dopo che, per almeno due anni, la sua esistenza è rimasta aggrappata a un filo sottilissimo. Questa è la storia di Giuseppe Polistena, residente a Viterbo, ma da qualche mese profondamente legato con il territorio reggiano, e in particolare con i medici del dipartimento di Chirurgia generale e specialistica del Santa Maria Nuova.

L’odissea di Giuseppe inizia nel 2014, quando gli viene diagnosticata un’ernia ombelicale: i medici gli consigliano di recarsi all’ospedale di Terni per sottoporsi a un intervento che avrebbe dovuto risolvere definitivamente il problema. Ma così non è stato: nel corso dell’operazione viene infatti praticato un foro all’intestino del 62enne per togliere le aderenze che avevano provocato la patologia. A una settimana dall’intervento chirurgico, anziché sentirsi meglio, Giuseppe avverte dolori sempre più forti: il dispositivo creato per eliminare l’ernia ombelicale si era staccato, causando un’infezione e un ematoma.

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Da lì, Polistena subisce altri due interventi durante i quali si cerca di arginare le ulteriori patologie insorte ma, nel frattempo, il fegato del paziente viene compromesso ed è necessaria l’asportazione di una parte del colon.

«Sono stato sottoposto a cinque interventi nel giro di 25 giorni: le mie difese immunitarie erano ridotte al lumicino, ero setticemico – racconta Polistena –. Poi, avrebbero voluto operarmi di nuovo, ma, da quel momento, sono stato seguito dai medici del Policlinico Umberto I di Roma. Sono stato per ben otto mesi in ospedale, sono uscito il 13 gennaio del 2015. Dopo avere attraversato un calvario indescrivibile: cinque mesi senza mangiare, né bere, con la parenterale. Poi, mi hanno mandato a casa con la stomìa e un drenaggio nell’intestino: per un altro anno ho vissuto in queste condizioni terribili. Ero continuamente a rischio di contrarre infezioni provenienti dal buco nell’intestino.

Poi, tramite passaparola, abbiamo saputo del dottor Claudio Pedrazzoli e della sua équipe al Santa Maria Nuova. Sia a Roma, al Policlinico Umberto I, sia in altri ospedali mi avevano detto che sottoponendomi ad un intervento “risolutivo” avrei però rischiato di perdere la vita. Così, ho deciso di tentare la carta di Reggio Emilia, mi sono rivolto al Santa Maria e il dottor Pedrazzoli ha stabilito il mio ricovero lo scorso febbraio. Sono rimasto in ospedale una decina di giorni durante i quali sono stato sottoposto a diverse analisi. Poi sono stato inserito in lista d’attesa e il 10 giugno scorso il dottor Pedrazzoli mi ha operato. Sette ore d’intervento prima del quale ero stato avvisato del fatto che non sarebbe stata una passeggiata. Ma l’operazione fortunatamente è riuscita e io sono rinato, proprio qui, a Reggio Emilia - conclude Giuseppe Polistena -.Una città che mi resterà nel cuore».