Gazzetta di Reggio

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Aemilia, fallita l’azienda di Francesco Macrì

Enrico Lorenzo Tidona
Aemilia, fallita l’azienda di Francesco Macrì

L’imprenditore cutrese è imputato nell’inchiesta, noto per aver venduto la casa dove vive il sindaco

12 agosto 2016
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REGGIO EMILIA. Fine corsa per la M&F General Service Srl, azienda edile di via Saragat, a Reggio Emilia. Lo stato di insolvenza nel campo edile è fatto noto, ma in questo caso si tratta della ditta di Francesco Macrì, l’imprenditore edile imputato nel processo Aemilia, assurto agli onori delle cronache anche perché vendette nel 2012 a Maria Sergio la casa di Masone, nella quale vive con il marito e sindaco di Reggio Emilia Luca Vecchi.

L’imprenditore 44enne di origine cutrese aveva affari sia in edilizia che nella ristorazione. La M&F General Service Srl è però la sua principale creatura in affari, colpita ora da sentenza di fallimento firmata dal giudice Virginio Notari del tribunale di Reggio Emilia.

Secondo gli investigatori della procura antimafia di Bologna Macrì è un prestanome della cosca, per gli affari che ruotano attorno alla società “Il cenacolo Srl” creata per la gestione del ristorante “Il cenacolo del pescatore”, a Montecchio. Nella società, sulla carta, c’erano i nomi di Francesco Macrì e Antonio Molinari. Ma per gli investigatori della Dda dietro si celavano ben altre persone: i nomi sono quelli di Michele Bolognino e dei fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli. Loro i veri amministratori di fatto della società e del locale, nel periodo che va dal giugno 2012 sino all’aprile del 2014. L’aggravante è quella di aver agito al fine di agevolare l’associazione di stampo mafioso e la cosca Grande Aracri.

Macrì venne arrestato e condotto ai domiciliari nell’ormai celebre notte del maxi blitz del 28 gennaio 2015. Attualmente è libero in attesa di giudizio nel rito ordinario del processo Aemilia che si sta celebrando a Reggio Emilia.

Secondo le carte di Aemilia il collegamento tra il vertice della cosca e l’imprenditore titolare della M&F General Service Srl sarebbe proprio il ristorante “Il cenacolo del pescatore” di strada Calerno. A tracciare un collegamento tra il boss di Cutro e Palmo Vertinelli è il collaboratore di giustizia Vincenzo Marino.

Questi racconta che nel 2007 aveva chiesto a Nicolino Grande Aracri la maniera di fare soldi a Reggio Emilia. Gli aveva risposto che non era un buon momento ma che lui stava investendo nella ristorazione. «I soldi miei li ha Palmo Vertinelli - gli avrebbe detto - stiamo cercando di investirli sulla ristorazione». L’investimento in questione, secondo le carte, è l'attività di ristorazione “Millefiori”, avviata dai fratelli Palmo e Giuseppe Vertinelli e passata in gestione nel 2012 a Michele Bolognino (anche lui imputato nel processo Aemilia) ma tramite un prestanome. Con un canone di 700 euro la gestione passa infatti alla società “Il cenacolo Srl” che vede dentro Francesco Macrì, la cui funzione è poi ricostruita in diverse intercettazioni ora agli atti.