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Beni sequestati alle mafie, il Pd: «Case ai profughi»

Beni sequestati alle mafie, il Pd: «Case ai profughi»

La proposta contenuta nel progetto di testo unico per la legalità al vaglio dell’assemblea legislativa

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REGGIO EMILIA. Riparte domani il processo Aemilia. E a presiedere il collegio giudicante ci sarà per ora ancora il presidente del tribunale Francesco Caruso, in attesa di assumere l’incarico di presidente del tribunale di Bologna. Come ribadito in più circostanze, quando ci sarà la nomina Caruso richiesta di essere applicato al processo Aemilia, in modo da garantire la massima continuità all’importante processo di mafia.

Proprio sui tanti beni sequestrati alla mafia, intanto, ieri dal Pd regionale è arrivata una proposta: utilizzare gli appartamenti sequestrati alla criminalità organizzata per dare una risposta all’emergenza abitativa e all’aumento dei profughi. Il tema è stato affrontato dal consigliere regionale Antonio Mumolo (Pd), che ha presentato il progetto di testo unico per la legalità a cui sta lavorando la regione. Nel testo unico, già approvato dalla giunta e ora al vaglio dell’assemblea legislativa, c’è un articolo riguardante le «azioni finalizzate al recupero dei beni immobili confiscati e all'utilizzo per fini sociali dei beni sequestrati».

Già questo rappresenta «una grandissima novità – sottolinea Mumolo, relatore del progetto di legge – perchè normalmente i beni sequestrati non vengono utilizzati, poichè potrebbero essere dissequestrati, quindi fino alla confisca rimangono lì». Un bene in questa condizione «noi riteniamo invece di doverlo utilizzare», afferma il consigliere del Pd: se da un lato «ci sono tantissimi appartamenti sequestrati vuoti in Emilia-Romagna», dall’altro «abbiamo delle emergenze sociali, abbiamo tante persone povere che vivono per strada perché non c’è un luogo in cui farle dormire, perché i Comuni non riescono a dar loro un tetto. Abbiamo tantissimi profughi che arrivano in Emilia-Romagna e non abbiamo luoghi» a sufficienza per ospitarli.

Dunque, «pensiamo di utilizzare questi beni immobili, questi appartamenti – continua Mumolo – per finalità sociali: dare un tetto a chi non ce l’ha, dare una possibilità in più ai profughi che arrivano nella nostra terra». Però, c’è un però: «È chiaro che non possiamo farlo ristrutturando questi immobili. Devono essere già utilizzabili – precisa il democratico – perché se poi dovessero essere dissequestrati e noi li avessimo ristrutturati, daremmo un valore aggiunto al proprietario e non è quello che vogliamo fare».

Ad ogni modo, tra i beni sequestrati «ce ne sono tanti che potrebbero essere direttamente utilizzati – afferma Mumolo – ed è quello che vogliamo fare, sperando che non ci siano questioni di natura giuridica a livello nazionale» che impediscano di portare avanti un’operazione di questo genere.