Gazzetta di Reggio

Reggio

L’IMPATTO AMBIANTALE

Impianti interrati e un lago da un milione di metri cubi

Impianti interrati e un lago da un milione di metri cubi

CASTELLARANO. Una centrale a basso impatto ambientale. Secondo i vertici di Iren e Bonifica, sarà una struttura che inciderà pochissimo sul contesto ambientale – piuttosto suggestivo – in cui sarà...

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CASTELLARANO. Una centrale a basso impatto ambientale. Secondo i vertici di Iren e Bonifica, sarà una struttura che inciderà pochissimo sul contesto ambientale – piuttosto suggestivo – in cui sarà inserita, nella zona in cui il Secchia si allarga accogliendo, pochi chilometri più a monte, le acque del Dolo e di altri affluenti montani. Da un punto di vista visivo, la questione dovrebbe essere risolta col completo interramento degli impianti e la creazione del lago artificiale da un milione di metri cubi che coprirà gran parte delle conduttore. In superficie, sul lato di Castellarano, resterà solo la centralina di regolazione a fianco della riva, ma chi guarderà il Secchia non noterà grandi cambiamenti, se non uno sbalzo in verticale, visibile solo frontalmente. Il modello è quello di una centrale simile, costruita 15 chilometri a monte da Iren: quella di Fornace di Baiso. Sul consumo di acque vi sono dei vincoli abbastanza stretti: il tetto annuo è a un megawatt, soglia che può sembrare altissima. In realtà non è così. A Fornace di Baiso l’anno passato Iren ha bloccato la produzione idroelettrica a metà novembre proprio perché il limite consentito dalle concessioni regionali era già stato raggiunto prima della scadenza dell’annata stessa. E il 2015 è considerabile un anno “normale” per clima e precipitazioni. Inoltre, la centrale non funzionerà 12 mesi l’anno ma sarà fermata in estate. In quei mesi il Secchia, come tutti i canali d’acqua appenninici, vede la portata ridursi sensibilmente. Anche un ricircolo ridotto – come quello per la produzione di energia elettrica – potrebbe essere percepito con forza. Il discorso è diverso ad esempio per le centrali sui corsi alpini, dove vi sono salti naturali più ampi e una maggior costanza nel flusso. Le acque raccolte per creare il lago artificiale a fianco del Secchia sono poi “intoccabili” per la centralina: questa derivazione è destinata solo agli scopi irrigui della Bonifica, e rappresenterà una delle risorse cui attingere nei mesi caldi per garantire un flusso minimo ai canali di irrigazione che riforniscono le vastissime produzioni agricole reggiane e modenesi. (adr.ar.)