Unipeg, per la capogruppo una perdita da 39 milioni
Dal piano industriale fallito, alla ricerca di un partner fino alla vendita a Inalca. Ecco come sono passati di mano i 70 anni di storia dell’azienda di via Due Canali
REGGIO EMILIA Il 29 aprile 2016 un pezzo di storia della cooperazione reggiana, il ramo della storica cooperativa di lavorazione delle carni Unipeg, è stata ceduta ai modenesi di Inalca spa per una cifra provvisoria di 500mila euro. Un prezzo quasi simbolico, poi conguagliato, ma emblematico della perdita di valore - sia ricavi che margini - della ditta di via Due Canali, che ha chiuso il 2015 con una perdita di addirittura 39 milioni di euro nella capogruppo dopo già due esercizi negativi per 10 milioni nel 2013 e 6,4 milioni nel 2014.
Numeri e retroscena ricostruiti nei bilanci depositati dal gruppo Unipeg, che ha vista ridursi con costanza dopo 70 anni di storia la catena del valore della filiera delle carni, per effetto della flessione dei consumi.
La distribuzione ha perso vendite e ha agito sulla leva delle promozioni, la macellazione e trasformazione delle carni ha processato meno prodotto e ha ridotto le marginalità, gli allevatori hanno affrontato un mercato deflattivo del prezzo delle carni prodotte ed un consolidamento dei costi. «Siamo ancora di fronte ad una filiera che invece di produrre valore lo distrugge» avevano scritto nel bilancio sociale di esercizio 2015 il presidente Fabrizio Guidetti e i soci presenti in cda.
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Ad un certo punto l’unica salvezza si è rivelata la cessione, obiettivo poi raggiunto a inizio 2016 in favore di Inalca spa, società del Gruppo Cremonini, colosso modenese delle carni, diventato fortissimo anche nella commercializzazione attraverso anche catene della ristorazione come Roadhouse e McDonalds. Per rimettere i conti in ordine, la capogruppo Unipeg ha effettuato un’ampia serie di operazioni che hanno comportato una perdita contabile immensa a fine 2015, limata poi a livello consolidato. Il tentativo di ridurre i costi di struttura, il riposizionamento commerciale dei prodotti Unipeg e Assofood non sono bastati per tornare a galla.
Anche l’esposizione con le banche, a fine 2015, era di 49 milioni di euro tra breve e lungo termine, contro una riduzione del fatturato dai 400 milioni nel 2013 ai 300 milioni del gruppo nel 2015. Nonostante il piano di efficientamento aziendale abbiamo portato risparmi per 4 milioni di euro rispetto al 2014, il pessimo andamento delle vendite e i margini bassi hanno allargato la perdita e il piano industriale è saltato.
Da lì la necessità di diluire ulteriormente i debiti e l’innalzarsi della tensione finanziaria che, nonostante l’aiuto sostanzioso da parte del sistema delle coop rosse ha portato al naufragio. Da lì l’idea iniziale di far entrare un partner industriale, poi virata nella cessione per il Gruppo Cremonini di Castelvetro tramite Inalca, che sta lavorando per riportare in auge tutto il sistema industriale delle carni reggiane.